Perché la Sardegna passerà in zona arancione
Era la prima e unica Regione in zona bianca: c'è stato un lieve peggioramento dei numeri, e la sospensione della zona gialla
Come deciso dal ministero della Salute, da lunedì la Sardegna tornerà in zona arancione, dopo tre settimane trascorse in zona bianca, istituita il 1° marzo dopo i dati abbastanza positivi sui contagi da coronavirus nella regione. La Sardegna, finora, è stata la prima e unica regione a entrare in zona bianca, che consente una notevole libertà, come la possibilità di frequentare ristoranti e bar anche a cena e di uscire di casa anche dopo le 22 (anche se la Regione aveva comunque imposto un coprifuoco alle 23.30).
Mentre gran parte dell’Italia si trovava in zona rossa e doveva affrontare misure piuttosto severe di distanziamento fisico e di limitazione degli spostamenti e delle attività, dunque, in Sardegna la situazione per tre settimane è stata di quasi normalità: i giornali avevano parlato di isola «Covid free» e il presidente della Sardegna Christian Solinas aveva perfino dovuto imporre restrizioni all’ingresso di chi, dalle altre regioni, cercava di raggiungere le seconde case in Sardegna.
La Regione è entrata direttamente in zona arancione perché, sulla base degli ultimi decreti firmati a inizio marzo, la zona gialla è stata sospesa fino al 6 aprile. Il passaggio è stato determinato dal peggioramento del numero dei contagi: secondo il monitoraggio settimanale dei dati del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, in Sardegna l’Rt medio, cioè il numero di riproduzione di base che esprime la quantità di individui che in media vengono contagiati da una persona, è passato nell’ultima settimana da 0,89 a 1,08, e questo ha fatto passare la classificazione di rischio da basso a moderato.
Il numero di persone contagiate nell’ultima settimana in Sardegna è aumentato del 32,5 per cento, e negli ultimi giorni la giunta regionale aveva dovuto istituire zone rosse localizzate in alcuni comuni come Sarroch, La Maddalena e Sindia.
Nonostante questo, la situazione rimane generalmente migliore della media italiana, e l’indice Rt è l’unico parametro peggiorato a sufficienza da giustificare il passaggio di zona: il numero di casi ogni 100 mila abitanti, sempre conteggiato nel corso di una settimana, rimane basso (43), e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è dell’11 per cento. Per questo diversi amministratori locali, oltre che le associazioni di categoria dei ristoratori e di altri settori coinvolti, hanno definito ingiusta la decisione di far tornare la Sardegna in zona arancione.
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