Cosa c’è nel “Decreto Sostegni”
Il nuovo provvedimento del governo per sostenere le imprese prevede 32 miliardi di euro, di cui 11 dovrebbero arrivare nel mese di aprile
Venerdì il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge in cui vengono previsti 32 miliardi di euro di finanziamento a sostegno di aziende e lavoratori colpiti dalle conseguenze della pandemia. Lo stanziamento dei fondi per il decreto, chiamato “Decreto Sostegni”, era stato approvato già a inizio anno dal Parlamento, ma l’approvazione del decreto relativo ai fondi era stata posticipata in seguito alla caduta del governo di Giuseppe Conte e alla formazione del nuovo governo guidato da Mario Draghi.
Una parte dei 32 miliardi servirà a rifinanziare la cassa integrazione, prorogata fino al 30 giugno 2021. La cassa integrazione in deroga – cioè quella che può essere richiesta da tutti i tipi di aziende, indipendentemente dal numero di dipendenti – sarà prorogata invece fino alla fine dell’anno. Il governo ha anche deciso di prolungare il blocco dei licenziamenti fino a giugno per tutte le aziende che usufruiscono della cassa integrazione ordinaria, mentre per quelle che hanno chiesto quella in deroga il blocco dei licenziamenti durerà fino al 31 ottobre.
Sul fisco, il decreto ha deciso la cancellazione delle cartelle esattoriali risalenti al periodo tra il 2000 e il 2010, che siano però di importo non superiore a 5 mila euro. Draghi ha ammesso che si tratta di un condono, ma ha aggiunto che sono sostanzialmente «multe» non pagate, e che verranno cancellate solo le cartelle esattoriali di chi ha un reddito inferiore ai 30mila euro all’anno. La questione delle cartelle esattoriali e quella del blocco dei licenziamenti avevano fatto emergere divisioni interne alla maggioranza, motivo per cui il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, inizialmente in programma alle 15.30, è slittato di tre ore.
Per quanto riguarda gli interventi economici a sostegno delle aziende, il decreto prevede 11 miliardi di euro a fondo perduto da destinare alle attività maggiormente colpite dalla pandemia. Durante la conferenza stampa, Draghi ha detto che questi 11 miliardi verranno erogati entro aprile attraverso una nuova piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. Le aziende non verranno più considerate in base al loro codice ATECO, come nei precedenti “Decreti Ristori”, ma in base alla perdita di fatturato.
La soglia massima di fatturato per ottenere gli indennizzi è stata innalzata a 10 milioni di euro: andranno da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche) fino a un massimo di 150mila euro. Il calcolo dell’indennizzo sarà basato sulla perdita media mensile tra il 2020 e il 2019. A questa perdita media mensile si applicheranno 5 fasce di indennizzo in base al fatturato: 60 per cento di indennizzo per le imprese fino a 100mila euro di fatturato, 50 per cento tra 100mila e 400mila euro, 40 per cento tra 400mila e un milione, 30 per cento tra 1 e 5 milioni, e 20 per cento tra 5 e 10 milioni.
Il decreto contiene inoltre un rifinanziamento di 1,5 miliardi di euro del fondo per i lavoratori autonomi che prevede, in base alle fasce di reddito, la riduzione o la cancellazione dei contributi da versare. Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha detto che i lavoratori autonomi che riceveranno i fondi saranno circa 3 milioni, e che l’Agenzia delle Entrate stima che riceveranno in media 3.700 euro ciascuno. Sono stati introdotti anche 700 milioni di euro che andranno alle aziende che lavorano in montagna e basano la propria attività sul turismo sciistico. È prevista una quota di fondi anche per i settori dello spettacolo, dei matrimoni ed eventi privati, dell’agricoltura e della pesca.
Il decreto stanzia alcuni fondi anche per gli enti locali, a cui andrà 1 miliardo di euro, più 800 milioni per sostenere il trasporto pubblico locale. Altri 260 milioni andranno alle Regioni a statuto speciale, e 250 milioni come indennizzo ai comuni che hanno perso la tassa di soggiorno. Alle regioni il governo rimborserà le spese sostenute nel 2020 per l’acquisto dei dispositivi sanitari.
Alla Sanità andranno invece circa 5 miliardi: di questi 2,1 miliardi saranno per l’acquisto di nuovi vaccini, 700 milioni per l’acquisto di nuovi farmaci anti COVID-19, 50 milioni per ospedali finalizzati alla cura del COVID-19. Una parte dei 5 miliardi andrà anche in gestione al Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo.
Tra le misure previste dal decreto c’è anche la proroga del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza, a cui verranno destinati rispettivamente 1 miliardo di euro e 1,5 miliardi. Saranno prorogati anche i navigator, cioè i cosiddetti “facilitatori” assunti per aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare un lavoro.