Come siamo arrivati alla sospensione di AstraZeneca
L'ha decisa il governo Draghi, anche per alcune valutazioni dell'agenzia tedesca che si occupa di sicurezza dei medicinali
Lunedì pomeriggio l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino contro il coronavirus sviluppato da AstraZeneca per via di alcuni timori legati a possibili effetti avversi. L’annuncio è arrivato piuttosto a sorpresa perché meno di 24 ore prima l’AIFA aveva definito «ingiustificato» l’allarme nei confronti del vaccino. In realtà, come emerso nelle ultime ore, la decisione di sospendere l’uso di AstraZeneca non è arrivata dall’AIFA ma dal governo di Mario Draghi. A confermarlo è stato Nicola Magrini, direttore dell’AIFA, che in un’intervista pubblicata oggi su Repubblica ha detto che la decisione è stata di tipo «politico», senza però aggiungere ulteriori dettagli.
L’indicazione di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca è stata decisa dal governo lunedì 15 marzo dopo quello che una fonte governativa sentita dal Post ha definito «un coordinamento» con i principali paesi dell’Unione Europea.
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Poco prima dell’annuncio dell’AIFA, sia Francia che Germania avevano detto di avere sospeso temporaneamente l’uso del vaccino di AstraZeneca; nei giorni precedenti decisioni simili erano state prese da altri paesi europei, tra cui Paesi Bassi, Danimarca, Portogallo e Irlanda. Sembra però che sia stata la decisione della Germania a convincere il governo italiano a fare lo stesso.
In Germania la sospensione è stata decisa in seguito ad alcune valutazioni del Paul-Ehrlich-Institut, l’agenzia del governo tedesco che si occupa della sicurezza dei medicinali. In un comunicato pubblicato lunedì pomeriggio, l’istituto aveva parlato di «importanti» segnalazioni di problemi circolatori (trombosi) nei vaccinati, con un linguaggio piuttosto marcato per un istituto scientifico.
Più o meno nelle stesse ore c’erano stati diversi contatti fra il governo italiano e quello tedesco: il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, e quello tedesco, Jens Spahn, si erano sentiti al telefono; Repubblica ha anche parlato di una chiamata fra Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Secondo la fonte governativa sentita dal Post, al governo italiano «sono stati presentati dei dati diversi rispetto ai giorni precedenti». Fonti del ministero della Salute hanno aggiunto che lunedì Speranza aveva parlato anche con i ministri della Salute di Francia e Spagna.
Al momento gli unici paesi dell’Europa occidentale che non hanno sospeso interamente la somministrazione di AstraZeneca sono l’Austria e il Belgio. Altre fonti della presidenza del Consiglio hanno tenuto a precisare che la decisione del governo italiano è stata presa infatti «in linea con gli altri paesi europei».
Non è chiaro se le istituzioni dell’Unione Europea siano state coinvolte nella decisione dei governi nazionali, ma sembra di no. Nel primo pomeriggio di lunedì, il responsabile dei vaccini di EMA, Marco Cavaleri, aveva detto al Parlamento Europeo che a suo dire «non ci sono problemi» che imponevano di fermare la somministrazione di AstraZeneca. EMA ha ribadito la sua posizione in un comunicato pubblicato dopo l’annuncio della sospensione di AstraZeneca in vari paesi europei, spiegando comunque che oggi, martedì 16 marzo, avvierà una revisione dei dati degli effetti avversi che dovrebbe concludersi giovedì 18 marzo.
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I tre giorni di tempo fra il comunicato e la conclusione delle analisi sono necessari per permettere all’agenzia europea di acquisire le cartelle cliniche dei casi sospetti e formulare le prime ipotesi. Sembra difficile però che l’EMA cambi posizione. L’agenzia ha già spiegato che i casi di trombosi sul totale dei pazienti vaccinati hanno una proporzione simile a quelli riscontrati nella popolazione generale, e a meno di nuove scoperte ci si aspetta che consiglierà di riprendere le somministrazioni.
EMA ha ribadito le sue posizioni in una conferenza stampa convocata per le 14 di oggi in cui la direttrice, l’irlandese Emer Cooke, ha spiegato che è in corso un’analisi «molto rigorosa» dei casi di trombosi, e che in particolare si sta cercando di capire se i casi siano significativi dal punto di vista statistico.
Anche l’AIFA ha cercato di rassicurare sull’efficacia di AstraZeneca. Nell’intervista a Repubblica, Magrini ha spiegato che «il vaccino AstraZeneca è sicuro, mi sento di affermarlo anche dopo aver rivisto tutti i dati». In base alla legge del 2004 che ne definisce l’assetto istituzionale, l’AIFA è un’agenzia governativa che gode di autonomia decisionale, e che dipende dal ministero della Salute solamente per «attività di indirizzo». Contattata dal Post, AIFA non ha commentato la propria decisione di sospendere il vaccino sviluppato da AstraZeneca.