La Chiesa cattolica non potrà benedire le unioni omosessuali
Lo ha deciso un organo interno del Vaticano, probabilmente per bloccare le spinte più progressiste degli ultimi tempi
La Chiesa cattolica ha fatto sapere che i suoi sacerdoti non potranno dare alcuna forma di benedizione a una coppia di persone dello stesso sesso sposata oppure legata da una unione civile. Lo dice una nota della Congregazione per la dottrina della fede, l’organo interno della Chiesa che dirime le questioni sulla dottrina cattolica.
La questione era nata dopo che in più occasioni Papa Francesco aveva commentato favorevolmente l’introduzione di unioni civili per i fedeli omosessuali, sovvertendo la posizione ufficiale della Chiesa, che per lungo tempo non aveva voluto legittimare in alcun modo i legami fra persone dello stesso sesso. Già nel 2016 in un testo ufficiale il Papa aveva esortato la Chiesa a disporre un percorso di «accompagnamento» per le coppie omosessuali, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita». La richiesta però non aveva avuto alcun seguito.
Il dibattito sull’approccio da tenere nei confronti delle coppie omosessuali è particolarmente vivo in Germania, dove diversi leader della Chiesa locale si sono espressi in favore di una forma di benedizione. Secondo alcuni osservatori la nota della Congregazione per la dottrina della fede è proprio una risposta alle posizioni di alcuni vescovi tedeschi, ritenute dal Vaticano eccessivamente favorevoli alle benedizioni. Nella nota si legge comunque che Papa Francesco «è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione» della nota.
La Chiesa considera la benedizione, cioè in estrema sintesi un augurio pronunciato da un sacerdote che ha un valore perlopiù «spirituale», un passaggio preliminare ai cosiddetti “sacramenti”, cioè secondi i cattolici segni esteriori della presenza di Dio: come ad esempio il battesimo e la sua confermazione, o cresima, la confessione, o ancora il matrimonio celebrato in forma religiosa.
La motivazione per cui la Congregazione della dottrina della fede ha respinto la possibilità di benedire le unioni omosessuali riguarda il fatto che, nonostante non abbia lo stesso valore dei sacramenti, la benedizione è di fatto una legittimazione che sottintende un giudizio positivo.
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Per dirla con le parole della Congregazione, «quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre […] che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni».
Secondo la Congregazione l’unione fra persone dello stesso sesso non fa parte del «disegno» di Dio perché secondo gli insegnamenti della Chiesa una delle caratteristiche fondamentali del matrimonio cattolico è quello di essere «aperto alla vita»: cioè, in sostanza, di poter generare dei figli. Ormai da secoli la Chiesa si oppone al riconoscimento delle coppie omosessuali per questa ragione, nonostante nei testi ufficiali – sottolineano i fedeli più progressisti – non siano attribuite a Gesù Cristo condanne o sanzioni dell’omosessualità.
Francis DeBernardo, il capo di una nota associazione di cattolici gay statunitensi, New Ways Ministry, ha detto a Reuters che la decisione della Congregazione «non è sorprendente, ma comunque spiacevole». DeBernardo ha aggiunto che comunque «la decisione non fermerà né i fedeli né i leader cattolici che sono a favore delle benedizioni».