Non sono manga, sono “webtoon”
I fumetti di origine sudcoreana pensati solo e unicamente per essere letti online stanno andando forte un po' ovunque
Negli ultimi anni i prodotti culturali sudcoreani hanno avuto grande successo prima nel resto dell’Asia e poi nel mondo: è successo nella musica, nel cinema e per certi versi anche per i prodotti di bellezza e la cucina, con la k-cuisine e la k-beauty. E da alcuni anni sta succedendo anche con i fumetti. O meglio, con quel particolare tipo di fumetti online che sono i webtoon.
Sebbene il nome di derivazione anglofona possa far pensare diversamente, quando si parla di webtoon si parla di un fenomeno specifico della Corea del Sud: sono qualcosa di diverso dai webcomics o dai semplici fumetti pensati per essere stampati e poi adattati per una fruizione da computer, smartphone o tablet.
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Da ormai diversi anni, infatti, i webtoon sono fumetti pensati per essere letti su uno schermo, scorrendo dall’alto verso il basso senza mai dover cambiare pagina, come invece succede leggendo per esempio la versione digitale di un quotidiano. E visto che su internet è possibile farlo, col tempo i webtoon hanno aggiunto al misto di disegni e parole tipico dei fumetti anche alcuni elementi che su carta non erano sfruttabili: come suoni o piccole animazioni che talvolta si inseriscono nel flusso delle vignette.
Prima dei webtoon
I fumetti sudcoreani sono noti, anche all’estero, come manwha. Una parola che ha un’origine comune con la parola giapponese manga e con quella cinese manhua. È però sbagliato pensare che i manwha siano solo “dei manga coreani”: hanno avuto infatti un’evoluzione diversa e autonoma che ha fatto sì che i manwha si leggano da sinistra a destra (i manga invece da destra a sinistra) e che la parola manwha venga usata per identificare sia i fumetti cartacei che i “cartoni animati” (in Giappone, invece, si parla di anime).
Come spiega il sito Cultura Coreana, «i primi manhwa furono pubblicati negli anni Novanta», qualche anno dopo l’arrivo in Corea del Sud dei primi manga giapponesi, e all’inizio le loro poche versioni tradotte «riscontrarono scarso successo nel pubblico occidentale» perlopiù interessato ai manga.
I primi webtoon
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila i manwha iniziarono a farsi notare in alcuni paesi asiatici che non erano la Corea del Sud in quanto parte di una grande corrente culturale nota come hallyu, che Treccani descrisse come «un fenomeno socio-culturale che permise alla Corea del Sud di diventare uno degli epicentri della cultura pop a livello mondiale».
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Quel successo, la cui onda ancora non si è esaurita, fu dettato da una serie di incastri e fattori, ma è certo che tra i più importanti ci fu la diffusione di internet. L’anno con cui si fa coincidere la nascita dei primi webtoon è il 2003, quando fu lanciato il sito Daum Webtoon (una sezione apposita di un portale molto più grande ), seguito alcuni mesi più tardi da Naver Webtoon (oggi noto solo come WEBTOON).
All’inizio i webtoon erano in effetti manwha presi e caricati tali e quali su internet, nei primissimi casi addirittura scansionati. Ma non ci volle molto prima che il vecchio formato si adattasse al nuovo medium. Un paio di anni fa JunKoo Kim, fondatore di WEBTOON, spiegò a Business Insider che l’idea di riformattare i fumetti per far sì che li si potesse leggere dall’alto verso il basso fu piuttosto intuitiva, pensando a come tutti consultiamo i siti. «Chi crea o offre contenuti deve sempre tenere a mente come i consumatori ne faranno uso», disse Kim.
Come sono fatti i webtoon
Grazie a internet i webtoon hanno sviluppato una grande libertà formale sotto due punti di vista: il modo in cui certe scene possono svolgersi, con maggiore fluidità e senza i limiti dei riquadri affiancati di una pagina; e poi la lunghezza variabile, senza un limite massimo di pagine. Internet permette poi di fare fumetti a colori senza per questo dover spendere troppo.
Le vignette di un webtoon si sviluppano in verticale, così:
I webtoon hanno portato anche alla nascita di affezionate comunità in cui lo scambio tra autori e lettori è spesso piuttosto intenso, con costanti interazioni che in alcuni casi portano addirittura a modificare certe storie. Vista la relativa semplicità di pubblicazione online, ci sono anche molti casi – alcuni di discreto successo – di appassionati che per espandere i loro webtoon preferiti decidono di diventare a loro volta autori, ampliando i mondi di quelle storie.
Inoltre, visto che in Corea del Sud la censura online funziona in modo diverso rispetto a quella su carta, i webtoon tendono a essere molto più liberi ed espliciti rispetto ai manwha, la cui lettura nei primi anni Novanta fu fortemente disincentivata da parte del governo, che li riteneva dannosi e in certi casi arrivò a vietarne la presenza nelle scuole.
Il successo in Corea del Sud
In poco tempo sui primi siti di webtoon arrivarono centinaia di nuovi fumetti, in genere offerti gratuitamente perché i siti facevano perlopiù affidamento sui ricavi pubblicitari. Già dal 2013, però, arrivarono i primi casi di successo di siti e case editrici che iniziarono a offrire contenuti a pagamento: a volte dietro abbonamento, altre vendendo a piccoli prezzi ogni singolo numero dei propri webtoon. Per chi lo voglia, comunque, non è difficile trovare webtoon da leggere gratuitamente, quantomeno nelle loro parti iniziali.
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Secondo dati citati a fine 2020 dal Korea JoongAng Daily, in Corea del Sud durante la pandemia i lettori di webtoon sono aumentati di quasi il 40 per cento e il 63 per cento delle persone intervistate per un apposito sondaggio aveva detto di leggere webtoon almeno una volta a settimana. Durante il 2019 i nuovi webtoon pubblicati erano stati più di 2.700 e l’intero settore ebbe ricavi pari a quasi 500 milioni di euro. I dati dicevano anche che circa il 70 per cento dei ricavi arrivava dalla vendita di contenuti a pagamento, che su 10 lettori 6 erano donne e che i lettori con meno di trent’anni erano circa il 35 per cento del totale.
Il successo nel mondo
Nonostante si siano fatti meno notare rispetto a un film come Parasite o a un gruppo come i BTS, già da tempo i webtoon stanno andando bene anche fuori dalla Corea del Sud. Se all’inizio in Giappone fecero molta fatica a sfondare – per l’importanza che hanno da quelle parti i manga e per le differenze culturali con la Corea del Sud – con il passare degli anni i webtoon, spesso riadattati e con nuovi nomi e diversi riferimenti culturali, ebbero successo in molti paesi asiatici, in particolar modo in Indonesia e Thailandia.
Per quanto riguarda l’Occidente, il caso più interessante – di recente raccontato da Le Monde – è quello della Francia, dove già nel 2011 fu aperta la piattaforma dedicata Delitoon, sulla quale la versione francese di WEBTOON dichiara di avere oltre un milione di lettori. Anche le case editrici di fumetti tradizionali, e francesi, stanno iniziando a interessarsi alla questione.
Secondo Fumettologica «il primo portale online a proporre in italiano i webtoon» – aperto a fine 2019 – fu Toomics, un sito i cui generi «vanno dall’horror al sentimentale, puntando ampiamente sull’erotico, con prodotti riservati a un pubblico di maggiorenni» e che è anche disponibile come app.
Qualche titolo
Lookism: su uno studente che può spostarsi tra due corpi, uno atletico e uno più grasso.
Adventures of God: che umanizza e prende in giro un Dio pieno di dubbi e con un problema di alcolismo, accompagnato da Lucifero e dall’arcangelo Gabriele.
Ghost Wife: sull’amore tra una ragazza del liceo e un demone mangiagatti.
Lore Olympus: descritta da Fumettologica come «una serie interessante per come riesce a ispirarsi a temi classici (la storia di Persefone e Ade) rivisitandoli in chiave moderna, sia dal punto di vista grafico che delle ambientazioni».
True beauty: una storia più canonica su una ragazza che, con il trucco, cerca di apparire diversa da come è, con una serie di conseguenti problemi.
Sul canale YouTube di WEBTOON, il trailer più visto (con 24 milioni di visualizzazioni) è questo:
Dopo i webtoon
Come succede spesso con ogni tipo di prodotto culturale di successo, anche alcuni webtoon stanno iniziando ad espandersi oltre il loro formato, per diventare film o altre serie tv. O anche, in un strano giro, dei manwha o comunque dei fumetti cartacei, da leggere sfogliando una pagina dopo l’altra. È probabile, quindi, che anche se non andrete personalmente a cercare i webtoon, nel giro di qualche anno i webtoon trovino voi, sotto forma di una serie Netflix.