Cosa prevede il nuovo piano vaccini
Introduce regole valide per tutta l'Italia, senza differenze tra Regioni, e divide la popolazione in cinque categorie
Il ministero della Salute ha presentato giovedì alla Conferenza unificata delle Regioni il nuovo piano di vaccinazioni, in cui ci sono diversi aggiornamenti rispetto al piano vaccinale approvato dal governo a dicembre. Il nuovo piano – che potrà subire qualche piccola modifica, ma niente di sostanziale – contiene criteri validi per tutto il territorio nazionale, ed elimina quindi la discrezionalità affidata finora alle Regioni.
Le vaccinazioni proseguiranno in base al criterio delle fasce d’età, dalle persone con più di 80 anni in giù, ma rispetto al piano precedente sono state identificate 5 nuove categorie in cui è divisa la popolazione, sulla base dell’età e della presenza di condizioni patologiche. La priorità verrà data alla categoria 1, e poi a scendere.
• Categoria 1. Elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili; disabilità grave);
• Categoria 2. Persone di età compresa tra 70 e 79 anni;
• Categoria 3. Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
• Categoria 4. Persone di età inferiore ai 60 anni con patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di ammalarsi, ma che non siano nella condizione di gravità delle persone estremamente vulnerabili;
• Categoria 5: Resto della popolazione di età inferiore 60 anni
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A prescindere dall’età sono inoltre considerati prioritari nella somministrazione del vaccino il personale docente e non docente, scolastico e universitario, le Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e delle comunità residenziali.
Il nuovo piano prevede quindi che si continui con la fase 1 del piano vaccinale precedente, quella che riguarda gli anziani con più di 80 anni e che sfrutta i vaccini di Pfizer e Moderna, e che si completi la vaccinazione del personale sanitario, del personale della scuola, dei militari e delle forze dell’ordine. Il terzo vaccino autorizzato in Italia, quello di AstraZeneca, viene somministrato preferibilmente alle persone tra i 18 e i 65 anni, ma il 7 marzo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che potrà essere somministrato anche a chi ha più di 65 anni.
In parallelo però, tenendo conto delle disponibilità dei vaccini, potranno essere vaccinate le persone appartenenti alle 5 nuove categorie, in ordine decrescente, cominciando con le persone che hanno più di 70 anni.
Il nuovo piano prevede inoltre che, qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, si possa vaccinare all’interno dei posti di lavoro, a prescindere dall’età. Le vaccinazioni dovranno però essere realizzate da personale sanitario autorizzato: l’idea, in questo modo, è di accelerare l’intero processo.
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