In Svizzera sarà vietata la copertura totale del viso in pubblico
La proposta di legge, criticata perché giudicata razzista e islamofoba, è stata approvata oggi con un referendum
Domenica in Svizzera il 52 per cento dei votanti e la maggior parte dei Cantoni hanno votato a favore del referendum per introdurre una controversa legge che vieta la copertura totale del viso in pubblico e che è stata definita dai media svizzeri la legge sul “divieto del burqa”.
La legge non si riferisce esplicitamente alle donne musulmane, ma il partito che la promuove di più non ha nascosto che il principale obiettivo sia vietare i capi d’abbigliamento usati da alcune di loro per coprire interamente il viso, come il burqa o il niqab.
La proposta di indire un referendum era stata presentata nel 2016 da un comitato di cui facevano parte diversi esponenti del partito Unione Democratica di Centro (UDC), di destra e conservatore, il più numeroso nel Consiglio Nazionale e attualmente al governo insieme ad altri tre partiti.
Nella campagna in favore del referendum, l’UDC aveva cercato spesso di associare il volto coperto delle donne musulmane all’estremismo religioso islamico, sostenendo tra le altre cose che mostrare il volto sia uno dei simboli più importanti della libertà delle persone in Svizzera. Nel 2009 l’UDC aveva promosso anche un altro referendum che aveva vietato la costruzione di nuovi minareti, ovvero le torri adiacenti alle moschee dalle quali viene diffuso l’appello alla preghiera, 5 volte al giorno.
Il divieto di coprire il viso in pubblico era già in vigore in due cantoni svizzeri, Ticino e San Gallo, che avevano organizzato delle consultazioni locali autonome poco tempo dopo la proposta del 2016.
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In Svizzera le persone di religione musulmana sono il 5 per cento dei circa 8 milioni e mezzo di abitanti, e provengono soprattutto da Turchia, Bosnia e Kosovo.
La comunità islamica che abita in Svizzera contesta il fatto che la legge non permetterebbe alle donne di professare liberamente la propria religione, e sostiene che introdurla sarebbe una discriminazione. Secondo attiviste e femministe musulmane, inoltre, la legge è anche sessista, perché sarebbe orientata a controllare il corpo delle donne e a limitare la loro autodeterminazione.
Il governo svizzero si era schierato ufficialmente contro la proposta e aveva chiesto agli elettori di rifiutarla. Uno dei principali motivi è che imporre la legge a livello nazionale limiterebbe la sovranità dei singoli cantoni, anche perché gli elettori di tre cantoni l’hanno già rifiutata in consultazioni locali. Secondo una stima riportata dal portavoce del governo, inoltre, le donne musulmane che indossano un copricapo che nasconde interamente il viso in Svizzera sono molto poche, «tra le 36 e le 130».
Il governo aveva fatto una controproposta, ora non più discutibile: costringere le persone a scoprire il volto solo nei casi in cui sia necessario per l’identificazione da parte delle autorità.
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In Europa ci sono già diversi paesi in cui sono in vigore simili divieti, che sono più o meno dichiaratamente rivolti a indumenti come il niqab e il burqa: tra questi ci sono per esempio Francia, Danimarca e Paesi Bassi. A causa dell’obbligatorietà della mascherina per via della pandemia da coronavirus, nell’ultimo anno molti giornali hanno parlato di come coprirsi il viso potesse essere una pratica doverosa e proibita allo stesso tempo.