I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 4 marzo
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 22.865 casi positivi da coronavirus e 339 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 22.632 (458 in più di ieri), di cui 2.475 nei reparti di terapia intensiva (64 in più di ieri) e 20.157 negli altri reparti (394 in più di ieri). Sono stati analizzati 183.052 tamponi molecolari e 156.583 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’11,5 per cento, mentre quella dei test antigenici dell’1,2 per cento. Nella giornata di ieri i contagi registrati erano stati 20864 e i morti 347.
Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (5.174), Campania (2.780), Emilia-Romagna (2.545), Piemonte (2.167) e Lazio (1.702).
Le principali notizie della giornata
• Da venerdì 5 marzo tutta la Lombardia sarà in zona arancione “rafforzata”. Oltre alle misure della zona arancione, chiuderanno tutte le scuole a eccezione degli asili nido, sarà obbligatorio lo smart working nei casi in cui è possibile, e non si potrà andare nelle seconde case; sui mezzi pubblici saranno obbligatorie le mascherine chirurgiche o analoghe (e quindi non in stoffa). L’ordinanza, firmata oggi dal presidente della regione Attilio Fontana, varrà fino a domenica 14 marzo, e uniforma la regione alle misure che erano state decise il 23 febbraio per alcune aree, a causa dell’alto numero di nuovi contagi e per la diffusione delle varianti del coronavirus.
• La scorsa settimana la Lombardia è stata in zona gialla e invece avrebbe dovuto essere in zona arancione. Mentre cresceva il numero dei nuovi positivi e gli ospedali tornavano ad accogliere molti pazienti nelle terapie intensive, in tutta la regione bar e ristoranti hanno aperto fino a pranzo e non ci sono state limitazioni agli spostamenti tra province. Nel weekend migliaia di persone hanno approfittato delle ultime ore di zona gialla per concedersi una gita fuori porta o una passeggiata in città (da lunedì la Lombardia è in zona arancione). La causa di questo errore è la stessa di sempre: la scarsa qualità dei dati inviati dal governo regionale all’Istituto superiore di sanità. Ne abbiamo parlato meglio qui.
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