Il 54 per cento delle infezioni da coronavirus in Italia è dovuto alla variante inglese, secondo l’ultima stima dell’ISS
Martedì l’Istituto superiore di sanità (ISS) ha pubblicato un’indagine rapida condotta sui risultati dei tamponi molecolari positivi al coronavirus registrati il 18 febbraio scorso nelle regioni italiane, per stimare la diffusione delle varianti del coronavirus: su 1.296 tamponi sequenziati, è risultato che il 54 per cento delle infezioni da coronavirus è dovuto alla “variante inglese” (B.1.1.7). È un dato in forte aumento rispetto a una precedente indagine dell’ISS pubblicata il 12 febbraio, che aveva stimato che il 17,8 per cento delle infezioni da coronavirus in Italia fosse dovuto alla variante inglese.
Le nuove analisi riguardano un campione ancora piuttosto basso, soprattutto per alcune regioni, ma aiutano a dare un’idea della diffusione delle varianti sul territorio. Il metodo per cercare le varianti è il cosiddetto “sequenziamento“, cioè l’analisi di un campione per rilevare le caratteristiche del materiale genetico del coronavirus.
Fra le regioni che hanno sequenziato più tamponi – e quindi in cui la stima è più affidabile – ci sono alcuni dati interessanti: la variante inglese in Lombardia è stata rilevata nel 64,3 per cento dei 213 tamponi sequenziati, in Campania nel 59,3 per cento degli 86 tamponi sequenziati e nel Lazio nel 34 per cento dei 169 tamponi sequenziati.
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