L’esercito eritreo potrebbe aver compiuto una strage nella regione etiope del Tigrè, dice Amnesty
Un nuovo rapporto pubblicato da Amnesty International sostiene che nel novembre del 2020 l’esercito eritreo potrebbe aver compiuto una strage nella regione etiope del Tigrè durante la breve guerra civile fra le forze governative etiopi e i separatisti del Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF).
La strage sarebbe avvenuta fra il 28 e il 29 novembre, quando l’esercito eritreo avrebbe ucciso centinaia di persone, fra cui moltissimi civili, nella città etiope di Axum dopo che una milizia allineata al TPLF avrebbe attaccato alcune postazioni eritree vicino al confine. «Nelle strade vedevamo solo persone morte e altre che piangevano», ha raccontato un testimone tornato in città poco dopo la strage.
Il rapporto di Amnesty si basa su una quarantina di testimonianze di sopravvissuti. Finora l’Eritrea ha sempre negato il suo coinvolgimento, e la strage è stata negata anche dall’Etiopia. Rispondendo a una domanda del Washington Post, il ministro dell’Informazione eritreo Yemane Gebremeskel ha detto di non essere a conoscenza del rapporto e ha criticato le «accuse false e ridicole» corroborate da fonti anonime e «immagini ritoccate».
La guerra civile in Etiopia si è conclusa all’inizio di dicembre quando le forze governative etiopi hanno preso il controllo di Macallè, la capitale della regione del Tigrè.