Un sacco di gente sta giocando a questo videogioco svedese

"Valheim" ha una grafica rudimentale e una trama semplice, e forse proprio per questo sta battendo a sorpresa un sacco di record

Valheim, un nuovo videogioco di sopravvivenza, costruzione ed esplorazione a tema vichinghi, è diventato il titolo del momento senza che nessuno lo avesse previsto. Nelle ultime settimane ha eguagliato e superato molto in fretta una serie di record di videogiochi storici e blasonati, e in pochissimo tempo. Valheim, disponibile solo su PC, è già stato comprato da 3 milioni di utenti ed è arrivato a essere il secondo gioco più giocato sulla piattaforma Steam, con un picco di oltre 500mila utenti simultanei. Su Steam, nessun altro videogioco era diventato così grande tanto in fretta. «La sua traiettoria di crescita» ha scritto The Verge «non assomiglia a niente di quello che c’è stato finora».

Il fatto strano, con Valheim, è che per molti versi è un gioco normale, senza rilevanti innovazioni rispetto ad altri giochi del suo stesso genere e con una grafica che secondo Ars Technica ricorda «quelle del primo Tomb Raider degli anni Novanta». Rispetto a gran parte della concorrenza, Valheim si contraddistingue però per la sua semplicità e la velocità con cui si può imparare a giocarci, e per un’estetica forse un po’ vintage, ma comunque molto apprezzata.

Sviluppato da una casa di produzione svedese con soli cinque dipendenti e disponibile da inizio febbraio, Valheim costa 16,79 euro ed è un “gioco in accesso anticipato”, nel senso che gli utenti che lo comprano accettano di giocarci sebbene per molti versi sia ancora in fase di sviluppo e con diversi possibili problemi.


Si può giocare da soli o con un massimo di dieci giocatori che cooperano tra loro, ed è un gioco sandbox, nel quale cioè i giocatori possono vagare per un mondo aperto con ampie possibilità di agire attivamente per modificare quel mondo a proprio vantaggio, in gran parte costruendo cose. Ma per costruire cose servono cibo, materiali e oggetti sempre migliori; e serve anche stare in salute, conoscere le insidie da cui si è circondati e affrontare una serie di ostacoli, avversari e avversità. I giocatori sono dei vichinghi a cui la divinità Odino ha concesso una sorta di vita ultraterrena in un mondo però tutt’altro che paradisiaco.


Il sito di videogiochi Polygon ha scritto che in Valheim «non c’è niente di troppo appariscente» e che sebbene ci siano una serie di meccanismi «già usati in giochi come ArkConan Exiles, molte delle criticità di quei giochi in Valheim sono «smussate o perfino superate». Secondo Polygon «in un genere così affollato di giochi che si somigliano tutti, opachi e spesso deludenti, Valheim svetta perché è essenziale, funziona bene ed è sensato».

Sempre su Polygon ci sono già circa venti articoli di analisi, spiegazione e consigli sul gioco: uno spiega come cucinarsi il cibo, uno parla della «zanzara gigante che ti insegue e ti può uccidere», un altro ancora mette in guardia i lettori dal grande pericolo rappresentato dalla caduta degli alberi mentre li si sta tagliando.

The Verge lo ha apprezzato per il suo essere «lento e metodico», e per come si possa arrivare a costruire fortezze e navi, «cacciare divinità per sport», oppure limitarsi a esplorare «una mappa incredibilmente grande piena di scenari idilliaci», accompagnati tra le altre cose da una «musica piacevolissima». A proposito delle immagini The Verge ha scritto che «si fanno notare per la profondità di campo, per le geometrie e per come la luce filtra tra gli alberi». Anche Polygon concorda sul fatto che seppur graficamente piuttosto semplice, il gioco è «splendido per i suoi giochi di luci e ombre».

Non c’è una sola e semplice risposta su come e perché in meno di un mese Valheim sia riuscito a farsi conoscere e comprare da così tanti, nonostante Iron Gate Studio – l’azienda svedese che l’ha sviluppato – sia così poco nota da continuare a non avere, nemmeno oggi, una pagina di Wikipedia in inglese. Una parte di merito va di certo a Coffee Stain Studios: la società, anch’essa svedese, che ne ha poi gestito la pubblicazione, e che già in passato si era fatta conoscere con una serie di giochi di buon successo come Sanctum, Satisfactory e Goat Simulator, un gioco in terza persona con protagonista una capra.

Ma di sicuro c’entra anche il fatto che certi aspetti del gioco si siano rivelati molto azzeccati per renderlo protagonista di diversi video di gameplay sulla piattaforma Twitcholtre al basso costo del gioco. Altre ragioni, più pratiche, le ha elencate Francesco Serino su Multiplayer.it, facendo riferimento tra le altre cose a «un loop di gameplay che permette di sbagliare e imparare liberamente, senza grosse punizioni tipiche dei survival [i giochi di sopravvivenza]» e al fatto che il gioco è aperto ed esplorativo, ma ha anche «una sorta di linearità fondamentale per fornire al giocatore traguardi chiari da capire e ricordare». Serino scrive: «in Valheim sai cosa devi fare ma soprattutto il perché, in più sei libero di decidere come e quando».

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Per certi versi il successo di Valheim è stato paragonato a quello avuto tre anni fa da PlayerUnknown’s Battlegrounds (PUBG): un altro gioco piuttosto semplice nelle sue dinamiche, presentato su Steam in “accesso anticipato” e arrivato ad avere oltre 3 milioni di utenti che ci stavano giocando nello stesso momento (ancora oggi un record). La grande differenza è che, come ha scritto The Verge, PUBG impiegò mesi per raggiungere numeri a cui Valheim è arrivato in pochi giorni.

E così come il successo di PUBG aprì la strada all’ancora più grande successo di una serie di giochi simili, in particolare di Fortnite, secondo The Verge anche il nome di Valheim potrebbe nei prossimi mesi «continuare a passare di bocca in bocca» e aprire la strada a una serie di altri giochi simili che proveranno a sfruttare la scia.

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