I ritardi di oltre 500 decreti attuativi
Riguardano soprattutto gli aiuti economici legati all'epidemia e tengono bloccati molti dei bonus previsti da leggi già approvate
Per rendere concrete e operative le leggi approvate nell’ultimo anno e mezzo dal governo guidato da Giuseppe Conte, sarebbero serviti 792 decreti attuativi: al momento ne sono stati adottati solo 253 (il 32% del totale), mentre 539 dovranno essere gestiti dal nuovo governo guidato da Mario Draghi. I dati sono stati pubblicati dalla Stampa, che ha analizzato il lascito legislativo del governo Conte, compresi i ritardi relativi ai provvedimenti approvati per contrastare gli effetti della pandemia da coronavirus.
La stesura dei decreti attuativi è una delle fasi più delicate del complesso procedimento legislativo italiano. Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, infatti, il contenuto delle leggi deve essere valutato in tutti i suoi aspetti più pratici dai funzionari dei ministeri che hanno il compito di verificarne la concreta applicazione.
I provvedimenti attuativi possono essere di diversi tipi: decreti ministeriali, decreti del presidente della Repubblica, provvedimenti direttoriali, deliberazioni del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), protocolli d’intesa, linee di indirizzo, documenti di programmazione. Se questi decreti interessano due o più ministeri, oppure devono essere coinvolte le regioni, i tempi di analisi e stesura si allungano, a volte anche di mesi o anni.
Secondo l’ultimo report pubblicato dal governo, ci sono stati notevoli ritardi nell’approvazione dei decreti attuativi legati ai provvedimenti approvati per contrastare gli effetti della pandemia. Al decreto “Rilancio” mancano 52 provvedimenti attuativi sui 137 totali. Per il DL Semplificazioni sono stati approvati solo 3 provvedimenti attuativi sui 37 previsti e i ritardi ci sono anche per il decreto Agosto con 44 provvedimenti ancora da adottare sui 63 totali. L’ultima legge di Bilancio, approvata a fine dicembre, comportava 176 decreti attuativi, di cui ne è stato approvato solo uno. Ma i ritardi riguardano anche le leggi approvate in passato, come il decreto fiscale del 2019 e il decreto Milleproroghe dello scorso anno.
La conseguenza principale di questi ritardi è la mancata operatività di alcune leggi già in vigore, come l’ultima legge di Bilancio che prevede una serie di di bonus: per l’acquisto di smartphone e occhiali, la sostituzione dei televisori, i fondi per colmare il digital divide destinati alle famiglie con un ISEE inferiore a 20mila euro. Ma i ritardi bloccano anche gli aiuti all’imprenditoria femminile, i contributi alle imprese creative come i festival culturali, il sostegno al settore turistico, tra quelli che hanno avuto conseguenze più pesanti a causa delle misure restrittive.
La stessa presidenza del Consiglio, come si può leggere nell’ultimo report pubblicato in riferimento alle misure in materia di emergenza COVID-19, auspica che vengano fatti nuovi monitoraggi per verificare l’attuazione concreta dei provvedimenti decisi dal governo. Tra gli obiettivi si legge che sarebbe utile quantificare «il numero dei soggetti raggiunti, l’entità delle risorse utilizzate, i tempi dell’attuazione».