Il piano dell’Inghilterra per uscire dal lockdown
Quattro fasi di almeno cinque settimane, che nel più ottimistico degli scenari porteranno a una riapertura quasi totale in estate
Lunedì in una conferenza stampa il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato il piano con cui l’Inghilterra allenterà gradualmente le restrizioni per limitare i contagi da coronavirus, fino auspicabilmente a uscire dal lockdown attualmente in vigore nel paese. Il piano è composto da quattro fasi: comincerà l’8 marzo con la riapertura delle scuole e nel suo scenario più ottimistico (non per questo il più probabile) permetterà di tornare a una vita con molte meno restrizioni, per esempio partecipando a concerti e frequentando discoteche, dal 21 giugno. Johnson l’ha definito «una strada a senso unico verso la libertà» e ha detto che l’intenzione è che il processo sia «cauto ma irreversibile», anche se non può garantirlo.
Nel Regno Unito il piano sarà seguito solo dall’Inghilterra, mentre Scozia, Galles e Irlanda del Nord potrebbero studiarne uno proprio e annunciarlo nei prossimi giorni. Il piano inglese è significativo in quanto primo esempio europeo di come i governi stiano provando a mettere in fila le priorità nelle riaperture sul medio periodo, e delle tempistiche ipotetiche che si possono immaginare al momento. Dà insomma un’idea di cosa preoccupi maggiormente i tecnici e gli scienziati, almeno quelli che consigliano il governo britannico, e permette di farsi un’idea di come potrebbe essere la quotidianità in Europa nei prossimi mesi, nel migliore dei casi.
L’annuncio di Johnson è arrivato dopo i primi dati incoraggianti sulle vaccinazioni nel Regno Unito, dato che sembrano avere un impatto decisivo nell’evitare forme più gravi della malattia e che il vaccino di Pfizer-BioNTech sta mostrando alti livelli di protezione anche con una sola dose.
Al momento in Inghilterra è in vigore un lockdown piuttosto severo, che prevede che si possa uscire di casa solo per motivi di salute o di necessità. Si può fare sport all’aperto, ma senza allontanarsi dalla propria zona e al massimo una volta al giorno. Una delle poche eccezioni riguarda le cosiddette “support bubbles“, valide per gli adulti che vivono da soli o per i genitori single con figli minori di 18 anni: queste due categorie possono formare una “bolla” con un altro nucleo familiare, a cui possono far visita sostanzialmente senza limiti, con l’indicazione che sia il più possibile vicino alla propria abitazione.
Prima fase
Dall’8 marzo riapriranno le scuole, dove saranno consentiti anche gli sport e le attività all’aperto. Nelle scuole secondarie sarà chiesto a tutti di fare privatamente un tampone per il coronavirus e di ripeterlo a più riprese, su base fiduciaria. Due persone potranno incontrarsi in un luogo pubblico, come un parco, per esempio per prendere un caffè insieme, con il mantenimento del divieto di incontrarsi al chiuso tra nuclei familiari diversi. Dal 29 marzo invece le persone potranno incontrarsi all’aperto anche in gruppi fino a 6, oppure tra due nuclei familiari, anche in giardini privati. Riapriranno gli impianti sportivi e ricominceranno i corsi organizzati per adulti e bambini, per esempio le scuole calcio.
Seconda fase
Almeno cinque settimane dopo l’inizio della prima fase, quindi al più presto dal 12 aprile, riapriranno i negozi non essenziali, i parrucchieri e alcuni edifici pubblici come le biblioteche. Riapriranno i luoghi all’aperto e si potrà andare in bar e ristoranti, ma solo se all’aperto. Riapriranno anche le piscine e le palestre e gli alloggi per le vacanze come case in affitto o campeggi, ma resteranno in vigore alcune regole sul distanziamento fisico, tra cui il divieto di contatti stretti tra nuclei familiari diversi o di ritrovarsi in gruppo al chiuso. Potrebbe finire anche il coprifuoco.
Terza fase
Dopo almeno 5 settimane, non prima del 17 maggio, sarà abolito il limite di sei persone per i ritrovi all’aperto e portato fino a 30 persone. Due gruppi familiari potranno incontrarsi anche al chiuso. Riapriranno pub e ristoranti anche al chiuso, con il limite di 6 persone al tavolo. Riapriranno cinema, musei hotel ed eventi sportivi, ma sempre con il rispetto del distanziamento fisico: allo stadio, per esempio, saranno consentite al massimo 10mila persone. Il limite di partecipanti ai matrimoni sarà portato a 30 persone (dopo essere stato di 6 e di 15 persone, mentre per i funerali è sempre stato di 30).
Quarta fase
Prima di arrivare alla quarta fase, che comincerà almeno cinque settimane dopo la terza e non prima del 21 giugno, il governo valuterà se modificare le misure a lungo termine per il contenimento del virus, come il distanziamento fisico di un metro, le mascherine e l’obbligo del lavoro da casa. Nella quarta fase non ci saranno quindi più limiti sulle persone che possono partecipare agli eventi e in luoghi chiusi, permettendo a anche agli ultimi settori di riaprire, per esempio discoteche, locali notturni e sale da concerto.
La regola generale è quindi che tra una fase e l’altra debbano sempre passare almeno 5 settimane, ma le date ipotizzate dal governo britannico corrispondono a una sequenza di scenari in cui tutto è andato nel miglior modo possibile. Boris Johnson ha sottolineato come la decisione di passare a una fase successiva sarà sempre guidata «dai dati, non dalle date».
Le condizioni che andranno di volta in volta ricontrollate sono: che le vaccinazioni continuino al ritmo attuale – in Inghilterra quasi 15 milioni di persone hanno già ricevuto la prima dose, e nelle ultime settimane si è arrivati a vaccinare anche più di 400mila persone in un giorno – e che mostrino efficacia nel ridurre morti e ospedalizzazioni di chi è stato vaccinato; che non aumenti eccessivamente la pressione sugli ospedali; che il livello di rischio non venga modificato in maniera sostanziale dalla circolazione delle nuove varianti del coronavirus.
Secondo un primo sondaggio di YouGov, circa un adulto su due in Inghilterra giudica ragionevole questo modo di procedere, il 26 per cento pensa che sia troppo rapido e il 16 per cento che sia troppo lento.
Johnson e il governo non si aspettano che per l’estate il coronavirus sia uscito completamente dalle vite delle persone, ma che sia più gestibile. I dati attualmente a disposizione del governo britannico, studiati dall’Imperial College di Londra e pubblicati lunedì insieme all’annuncio di Johnson del piano, hanno mostrato che una riapertura troppo rapida porterebbe a 80mila ulteriori morti entro la metà del 2022, mentre un approccio graduale potrebbe ridurre questo numero di almeno 30mila persone, portando il numero dei morti per Covid-19 in linea con quello di un’influenza stagionale, per quanto peggiore di altre e comunque disastrosa.