Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di ArcelorMittal di sospendere la decisione del TAR di spegnere l’ex ILVA
Il 19 febbraio la quarta sezione del Consiglio di Stato ha respinto la richiesta della multinazionale ArcelorMittal di sospendere la decisione del tribunale amministrativo della Puglia (TAR) di spegnere l’area a caldo dell’acciaieria ex ILVA, a Taranto.
La decisione del TAR, del 13 febbraio, era arrivata dopo un’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sulle emissioni inquinanti: Melucci, col suo provvedimento, aveva disposto che ArcelorMittal Italia e ex ILVA in amministrazione straordinaria (cioè gestore e proprietario dell’acciaieria) dovessero individuare le fonti inquinanti e rimuoverle. Il provvedimento del TAR prevede che gli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria vengano spenti entro il 14 aprile.
ArcelorMittal aveva impugnato la sentenza del TAR e chiesto un pronunciamento immediato con atto monocratico del presidente della quarta sezione del Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa italiana. Luigi Maruotti, presidente della quarta sezione del Consiglio di Stato, ha però deciso di respingere la richiesta di sospensione e ha rinviato la decisione all’udienza collegiale in camera di consiglio fissata per l’11 marzo.
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