I dati sul coronavirus in Italia di oggi, venerdì 19 febbraio
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 15.479 nuovi casi positivi da coronavirus e 353 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 19.890 (118 in meno di ieri), di cui 2.059 nei reparti di terapia intensiva (14 in più di ieri) e 17.831 negli altri reparti (132 in meno di ieri). Sono stati analizzati in tutto 170.794 tamponi molecolari e 126.334 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,4 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,9 per cento. Nella giornata di giovedì i contagi registrati erano stati 13.762 e i morti 347.
Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (3.724), Emilia-Romagna (1.821), Campania (1.616), Piemonte (1.307) e Lazio (990).
Le principali notizie della giornata
• Dal 12 al 18 febbraio sono stati registrati 82.009 casi di positività, il 4,6 per cento in meno rispetto al monitoraggio di venerdì scorso. I dati dicono che nelle ultime settimane il numero dei nuovi positivi non cala, nonostante le misure restrittive entrate in vigore in alcune regioni. L’andamento è stabile a livello nazionale, ma in molte regioni è in crescita l’incidenza dei casi dovuti alle varianti del coronavirus. Qui abbiamo raccolto i dati sull’andamento dell’epidemia in Italia nell’ultima settimana.
• Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in carica da pochi giorni, ha detto che anche nella maturità 2021 non ci saranno prove scritte, ma solo un orale che partirà da un elaborato degli studenti (il ministro ha detto che usare il termine «tesina» è riduttivo) e si svilupperà poi su altri argomenti, affrontando diverse materie. Rispetto all’anno scorso, gli studenti non saranno tutti ammessi automaticamente alla maturità, ma «l’ammissione sarà disposta in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe», ha detto Bianchi.
• Se questa sera avete tempo per leggere un solo articolo, vi consigliamo questo: una storia orale dei primi giorni dell’epidemia a Bergamo, raccontati dai cittadini, dai medici e dagli amministratori che ne finirono al centro.
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