Il governo Draghi ha la fiducia anche alla Camera
Con 535 favorevoli e 56 contrari, dopo che mercoledì l'aveva ottenuta al Senato
Il governo Draghi ha ottenuto la fiducia alla Camera con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, dopo che mercoledì l’aveva già ricevuta al Senato. Sostengono il governo tutti i principali partiti tranne Fratelli d’Italia, che con 31 deputati ha votato contro, insieme a 16 deputati del Movimento 5 Stelle. Il leghista Gianluca Vinci, eletto per la prima volta nel 2009 come consigliere comunale a Reggio Emilia, ha votato no alla fiducia e ha lasciato il partito per passare a Fratelli d’Italia. Lo stesso hanno fatto altri due leghisti: l’eurodeputato calabrese Vincenzo Sofo e Tommaso Coviello, capogruppo in Consiglio regionale della Basilicata.
Quattro deputati del M5S si sono astenuti (Maria Laura Paxia, Raphael Raduzzi, Michele Sodano e Alessio Villarosa) mentre 14 non si sono presentati alla votazione, tra cui due che erano in missione. Oggi i 15 senatori del M5S che al Senato avevano votato contro l’indicazione del partito sulla fiducia sono stati espulsi, cosa che potrebbe succedere anche ai deputati.
Il governo Draghi è al terzo posto tra quelli che hanno ricevuto più voti a favore alla Camera nella storia della Repubblica. Non ha superato i 556 voti ottenuti nel 2011 da Mario Monti, che avevano rappresentato il massimo nella storia repubblicana per un voto di fiducia alla Camera, né quelli del governo Andreotti IV, che nel 1978 ne aveva ricevuti 545.
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La seduta alla Camera è iniziata questa mattina alle 9 e per tutta la giornata ci sono stati gli interventi di diversi deputati sia dei partiti della maggioranza che dell’opposizione. La replica di Draghi è arrivata poco dopo le 18 ed è stata piuttosto breve, ma ha affrontato alcuni argomenti che ieri non erano stati citati. Tra questi, Draghi ha parlato dell’importanza di avere una pubblica amministrazione più semplice e trasparente: un processo da realizzare attraverso la digitalizzazione per ridurre i molti ritardi amministrativi.
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Draghi ha anche detto che il suo governo garantirà sostegno al settore sportivo, sia dal punto di vista economico e dei posti di lavoro, sia dal punto di vista «sociale, educativo, formativo, salutistico». Finora non lo aveva mai citato, come lui stesso ha ammesso, e nel suo governo non ci sarà un ministro specifico allo Sport (nel governo Conte II, invece, era Vincenzo Spadafora del M5S). Chiudendo il suo discorso Draghi ha sottolineato un aspetto già evidente nelle priorità poste dal suo governo, dicendo ai deputati: «Spero condividiate questo sguardo costantemente rivolto al futuro».
Nel discorso al Senato, in 50 minuti Draghi aveva elencato sommariamente i principi che ispireranno l’azione di governo e alcuni punti del programma, insistendo in particolare sulla politica economica da applicare per provare a superare la crisi causata dalla pandemia, e soffermandosi a lungo sulle questioni ambientali.