A Hong Kong sono iniziati i processi a nove importanti attivisti del movimento per la democrazia
Martedì sono iniziati i processi a nove tra i più importanti attivisti del movimento pro-democrazia di Hong Kong, accusati di aver organizzato e di aver partecipato a un’assemblea non autorizzata nei primi mesi delle proteste di massa contro l’eccessiva ingerenza del governo di Pechino negli affari della regione autonoma cinese. La condanna per queste accuse può arrivare fino a 5 anni di carcere.
Tra gli accusati ci sono l’82enne Martin Lee, considerato uno dei fondatori del movimento per la democrazia di Hong Kong, e l’imprenditore Jimmy Lai, 72enne editore del principale quotidiano di opposizione. Due dei nove attivisti a processo si sono dichiarati colpevoli: Au Nok-hin e Leung Yiu-chung, entrambi ex membri del parlamento di Hong Kong.
Le grandi proteste per la democrazia a Hong Kong erano cominciate nel 2019 e avevano raggiunto l’apice a giugno 2020, quando era stata approvata dalla Cina la controversa legge sulla sicurezza nazionale, che dà alle autorità cinesi ulteriori margini per arrestare i sospettati di “sedizione” e “terrorismo”. Da allora la legge è stata usata dal governo di Pechino come ulteriore strumento di repressione degli oppositori a Hong Kong.
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