Yulia Navalnaya potrebbe guidare l’opposizione in Russia?
Se ne parla da tempo, del futuro politico della moglie di Alexei Navalny, ma ora l'ipotesi sembra essere un po' più concreta
A giugno del 2020, dopo che il blogger bielorusso Sergei Tikhanovsky era stato arrestato, sua moglie Svetlana Tikhanovskaya aveva deciso di candidarsi alle elezioni per la presidenza della Bielorussia: in breve tempo era diventata la nuova leader dell’opposizione al regime di Alexander Lukashenko, sostituendosi di fatto al marito. Alcuni osservatori credono che Yulia Navalnaya possa fare un percorso simile in Russia. Navalnaya è la moglie del principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, Alexei Navalny, che a inizio febbraio era stato condannato a scontare 2 anni e 8 mesi in carcere con l’accusa di avere violato la libertà vigilata.
Navalnaya è chiamata da alcuni “la first lady dell’opposizione” e già in passato si era mostrata coinvolta e attiva nelle attività del marito. Negli anni, durante i molti processi e arresti subiti da Navalny, Navalnaya si è spesso esposta direttamente, parlando e comportandosi lei stessa da oppositrice politica.
Anna Narinskaya, una giornalista russa, ha scritto che Navalnaya è un caso del tutto eccezionale nel paese, dove è molto inusuale che la moglie di un politico di opposizione sia così nota e conosciuta.
Yulia Navalnaya ha 44 anni ed è nata in Russia. Si è laureata in Economia e sembra che per un po’ di tempo abbia lavorato in una banca, prima della nascita dei due figli avuti con Navalny. I due si conobbero durante una vacanza in Turchia alla fine degli anni Novanta e si sposarono. Entrambi hanno militato nel partito russo Yabloko, social-liberale e filo-occidentale. Secondo Yevgenia Albats, un’accademica vicina alla famiglia, Navalnaya è sempre stata la prima motivatrice del marito, che in ogni decisione avrebbe «cercato prima di tutto la sua approvazione».
Navalnaya ha avuto uno dei momenti di maggiore visibilità dopo l’avvelenamento di Navalny, quando è riuscita con molta fatica a ottenere il trasferimento di suo marito in un ospedale di Berlino, con la convinzione che lì sarebbe stato curato meglio che in Russia, e sarebbe stato più facile scoprire la sostanza usata nel tentativo di ucciderlo. In quell’occasione, Navalnaya ha anche accusato il governo russo di nascondere le prove dell’attacco e di impedire a Navalny la possibilità di accedere alle migliori cure.
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L’idea di una carriera politica per Navalnaya era già stata sostenuta nel 2018 da Kseniya Sobchak, una politica russa socialista liberale che alle presidenziali del 2018 si era candidata contro Vladimir Putin. Parlando con l’Independent, Sobchak aveva detto che nel 2018 Navalnaya sarebbe stata la candidata migliore attorno alla quale si sarebbero potute unire tutte le opposizioni: non aveva condanne penali, «aveva il cognome giusto», ma era più ragionevole e meno categorica del marito. Tuttora Sobchak pensa che Navalnaya abbia le potenzialità per unire l’elettorato di opposizione in Russia.
Prima che si sapesse l’esito della condanna a Navalny, Albats aveva detto all’Independent che Navalnaya non aveva intenzione di sostituirsi al marito, perché ci sarebbe stato il rischio di entrare in competizione con lui al suo ritorno. Le cose però sarebbero potute cambiare nel caso in cui Navalny non avesse potuto fare attività politica per diverso tempo, sosteneva sempre Albats, scenario che si è concretizzato con la condanna di inizio febbraio.
Oltre ad averne condiviso le battaglie politiche, Navalnaya conosce bene il lavoro del marito a capo della Fondazione per la lotta alla corruzione (FBK, dall’acronimo russo), l’organizzazione che pubblica spesso inchieste sulla corruzione di importanti funzionari del governo russo, come avvenuto a gennaio con l’inchiesta sul presunto palazzo di Putin. Chi appoggia un ruolo maggiore di Navalnaya nella politica russa sostiene che lei potrebbe prendere il posto del marito anche all’interno della Fondazione, cioè nell’attività che più ha reso noto e conosciuto Navalny in Russia finora.
Già in passato Navalnaya aveva preso il posto del marito nei periodi in cui Navalny era in carcere. Era successo nel 2018, quando Navalnaya aveva risposto a un video di Viktor Zolotov, il capo della guarda nazionale russa, in cui criticava suo marito. In una foto su Instagram, aveva scritto: «Un altro truffatore ci sta minacciando. Uno in più, uno in meno, non fa differenza. Non ho paura di loro. E invito tutti a non avere paura».
Anche a gennaio, quando i due erano tornati da Berlino e all’aeroporto di Mosca Navalny era stato immediatamente arrestato, Navalnaya si era rivolta a una folla di persone presenti usando quasi le stesse parole: «Non ho paura, e invito anche voi a non averne». Nei giorni successivi Navalnaya aveva denunciato di essere sotto sorveglianza da parte della polizia ed era stata lei stessa arrestata durante le manifestazioni per la scarcerazione di Navalny.
Paradossalmente, anche i media di stato russi stanno promuovendo una sua carriera da oppositrice politica; in molti sostengono che sia un modo per distogliere l’attenzione dalla detenzione di Navalny, e alimentare l’immagine di uomo dominato dalla moglie, che decide tutto al posto suo. Secondo il New York Times, la caricatura di Navalnaya fatta dai media di stato russi si è trasformata spesso in un attacco sessista nei suoi confronti.
D’altra parte in Russia è facile che le donne in politica non vengano prese sul serio. Nonostante nel paese siano molte più degli uomini (11 milioni in più su circa 147 milioni di abitanti), le donne sono molto poco rappresentate nel parlamento russo: solo il 16 per cento dei deputati sono donne. Anche l’opposizione politica è sempre stata fatta dagli uomini, ha detto al New York Times Alena Popova, fondatrice di un’organizzazione russa per i diritti delle donne. Secondo Popova, la storia di Navalnaya sarebbe perfetta per le necessità della Russia attuale: «È una madre, moglie di un marito incarcerato e ha la storia di una donna che non ha voluto entrare in politica fino a che il sistema corrotto non l’ha costretta a farlo».
Per la consapevolezza del proprio ruolo, alcuni hanno paragonato Yulia Navalnaya a Michelle Obama: «Possiamo dire con sicurezza che la loro posizione di “moglie di un politico” non sia una circostanza, ma una scelta consapevole», ha scritto la giornalista Anna Narinskaya. Per entrambe si parla di un futuro in politica, anche se in modi molto diversi. La stessa Narinskaya ha ammesso che il confronto può sembrare azzardato: la situazione di Navalnaya è molto più difficile.