Come e quando riapriranno gli impianti sciistici
Lunedì scade il divieto e in alcune regioni si potrebbe tornare a sciare, ma il Comitato tecnico scientifico del governo è contrario
Aggiornamento: Il 14 febbraio il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che prevede che gli impianti sciistici di tutta Italia rimarranno chiusi fino al 5 marzo. La decisione del rinvio è arrivata in seguito al parere contrario da parte del Comitato tecnico scientifico (CTS) che aveva sconsigliato al governo di riaprire le piste anche nelle aree gialle a causa della preoccupante diffusione delle varianti del coronavirus.
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Da domenica 14 febbraio sono cambiate le restrizioni regionali per il contenimento della pandemia: Abruzzo, Liguria, Trentino e Toscana sono diventate “arancioni”, mentre la maggior parte delle altre regioni è rimasta in “zona gialla”, quindi con le restrizioni minori. Fra le misure decise venerdì dal governo uscente non è stato prorogato il divieto di apertura degli impianti sciistici, che quindi — nelle regioni in “zona gialla”, come previsto dalle norme in vigore — si stanno preparando ad aprire a partire da lunedì 15 febbraio, data di scadenza del precedente divieto.
Tuttavia, anche se in Lombardia, Veneto e Piemonte i rispettivi presidenti di regione hanno firmato le ordinanze per le riaperture e le date sono certe, rimangono ancora dei dubbi legati principalmente al parere del Comitato tecnico scientifico (CTS) che collabora col governo. Domenica infatti il CTS ha fatto sapere che sconsiglierà al governo di riaprire le piste anche nelle zone gialle a causa della preoccupante diffusione delle varianti del coronavirus. Non è ancora chiaro, però, se il nuovo governo guidato da Mario Draghi sceglierà di seguire la raccomandazione del CTS o meno.
Al momento in Lombardia gli impianti sciistici potranno riaprire da lunedì 15 febbraio, come da ordinanza firmata dal presidente di regione Attilio Fontana. In Veneto — dove a Cortina si stanno disputando i Mondiali — si potrà partire invece da mercoledì 17 febbraio, mentre gli impianti in Trentino-Alto Adige rimarranno chiusi, dato che da lunedì la provincia di Trento tornerà in zona arancione, come già lo è Bolzano (dove sono in vigore misure ancora più restrittive).
In Friuli Venezia Giulia si attende ancora la firma all’ordinanza regionale che dovrebbe aprire gli impianti da venerdì 19 febbraio. In Piemonte si potrà tornare a sciare lunedì, come in Lombardia, mentre in Valle d’Aosta manca ancora l’ufficialità: come data di riapertura si parla di giovedì 18 febbraio. Infine, la situazione dell’Emilia-Romagna non è chiara, anche perché fino a pochi giorni fa il presidente Stefano Bonaccini aveva detto di essere contrario alle riaperture.
Gli impianti che decideranno di aprire dovranno limitare il numero massimo di presenze giornaliere introducendo un tetto massimo alla vendita di skipass in base alle caratteristiche di stazioni, aree e comprensori. In generale, in ogni stazione il numero delle presenze giornaliere non potrà superare il 30 per cento della portata oraria di tutti gli impianti di risalita, mentre per le stazioni sciistiche con uno o due impianti il numero massimo di presenze giornaliere è al 50 per cento. I controlli degli skipass, così come l’utilizzo degli impianti di risalita, dovranno essere effettuati senza contatti: dove non sarà possibile, dovranno essere adottate misure specifiche per evitare assembramenti e ridurre le occasioni di contatto.
Nonostante alcune riaperture siano ormai imminenti, tra i gestori degli impianti c’è ancora grande incertezza a causa delle possibili nuove decisioni del governo. Prima che arrivasse il parere contrario del CTS, il Corriere della Sera aveva scritto che il ministro della Salute Roberto Speranza «si sarebbe consultato con la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini per valutare l’eventuale proroga dei divieti di apertura».
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