Un’altra canzone dei Belle and Sebastian
Non aspettarmi, stasera: magari una volta ci vediamo
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Domani compie 50 anni Matt Berninger, che è stata una presenza frequente in questo spazio, per via che il suo primo disco da solo senza i National è nato e cresciuto insieme a questa newsletter. Uno dei più belli del 2020, qui su Spotify.
Quando Matt Berninger compì 10 anni, invece, mentre lui soffiava sulle candeline a Cincinnati, Ohio, e qualcuno gli cantava “Happy birthday to you”, nei negozi di dischi di Cincinnati, Ohio, e in quelli di mezzo mondo veniva collocato per la prima volta – proprio quel giorno lì – il divisorio per i vinili con su scritto “Phil Collins”, per ospitare le copie appena arrivate di Face value. Ovvero il primo disco da solo del suddetto Phil Collins, con il quale sbancò per via di In the air tonight, ma era bello tutto, e aveva dentro il suono della batteria degli anni Ottanta.
Oggi Stefano Vizio al Post ha scovato questo giochino da fanatici che mette a confronto versioni in studio e dal vivo di migliaia di canzoni e mostra quali sono più diverse tra loro.
Ieri è morto Chick Corea, grandissimo pianista jazz (io l’avevo visto in un magnifico teatro di Lisbona, 27 anni fa). Qui c’è lui tre anni fa che mette insieme Mozart e Gershwin.
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