È morto Franco Marini
Fu presidente del Senato, segretario della CISL e ministro del Lavoro, tra le altre cose: aveva 87 anni
È morto a 87 anni Franco Marini, che nella sua lunga carriera politica fu segretario della CISL, ministro del Lavoro, segretario nazionale del Partito Popolare Italiano e presidente del Senato. Fu a lungo deputato, senatore ed europarlamentare. La notizia della sua morte è stata data da Pierluigi Castagnetti, politico che militò per diverso tempo nel Partito Popolare con Marini e che gli succedette nella carica di segretario nazionale. Secondo Ansa, sarebbe morto per complicazioni legate alla Covid-19: a inizio gennaio era stato ricoverato all’ospedale San Camillo di Rieti dopo aver contratto il coronavirus.
Ci ha lasciato Franco Marini. Già Presidente Senato, Ministro del Lavoro, Segretario generale CISL e Segretario nazionale PPI. Uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera.
— PL Castagnetti (@PLCastagnetti) February 9, 2021
Marini nacque nel 1933 a San Pio delle Camere, un paesino in provincia dell’Aquila, e iniziò giovane l’attività politica e di sindacalista. Nel 1950 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e lavorò alla CISL mentre frequentava l’università, dove si laureò poi in giurisprudenza. Negli anni assunse un ruolo sempre più importante nel sindacato della CISL e divenne prima vicesegretario e poi, nel 1985, segretario nazionale.
Parallelamente portò avanti la carriera politica all’interno della Democrazia Cristiana. Anche grazie all’esperienza sui temi del lavoro acquisita durante gli anni alla CISL, nel 1991 venne nominato ministro del Lavoro del settimo (e ultimo) governo Andreotti, che rimase in carica per poco più di un anno, fino al giugno 1992. Nelle successive elezioni politiche venne candidato per la prima volta e diventò deputato, incarico per il quale venne rieletto in tutte le successive legislature fino al 2006.
Dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana, partecipò nel 1994 alla formazione del Partito Popolare Italiano, di cui divenne segretario tre anni dopo. Lasciò la segreteria del partito quando venne eletto al Parlamento Europeo nelle elezioni del 1999.
Fu uno dei maggiori esponenti “centristi” della Margherita, partito riformista formatosi ufficialmente nel 2002, dopo un’alleanza elettorale dell’anno precedente tra alcuni partiti di centro e di centrosinistra. Alle elezioni politiche del 2006 venne eletto senatore e poi candidato alla presidenza del Senato, che ottenne con 165 voti e che ricoprì fino al 2008. Durante il mandato da presidente del Senato partecipò alla fondazione del Partito Democratico, nel 2007. Con il PD rimase senatore fino al 2013, anno in cui si ricandidò ma non venne rieletto.
Nello stesso anno però venne indicato come candidato alla presidenza della Repubblica da diversi partiti, tra cui Partito Democratico, Popolo della Libertà, Unione di Centro e Lega Nord: ebbe la maggioranza dei voti, 521, ma senza raggiungere il quorum di 672 voti. Non trovando un accordo per il nuovo presidente della Repubblica, molti parlamentari chiesero a Giorgio Napolitano, che aveva terminato il suo mandato, se fosse disponibile a essere rieletto: Napolitano divenne il primo presidente della Repubblica nella storia italiana a essere eletto per due mandati, ma diede le dimissioni nel 2015. Dopo la mancata elezione Marini, che aveva già più di 80 anni, si allontanò dalla politica.