Le affollate elezioni presidenziali in Ecuador
I candidati per succedere al presidente Lenín Moreno sono 16, ed è probabile che si vada al ballottaggio
Domenica sono cominciate in Ecuador le elezioni per scegliere il successore del presidente Lenín Moreno e per rinnovare parte dei seggi nel parlamento. I candidati sono 16 in tutto, anche se secondo i sondaggi la maggioranza di loro ha tassi di gradimento inferiori al 2 per cento, e soltanto in tre hanno più del 10 per cento delle preferenze di voto. Sulla base dei sondaggi, l’opzione più attesa e probabile è che si vada al ballottaggio, previsto per l’11 aprile.
Le elezioni arrivano in un momento di notevole turbolenza nel paese, colpito duramente dalla crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus, da scandali di corruzione e da una instabilità politica che ha reso piuttosto impopolare Lenín Moreno.
Scelto come successore di Rafael Correa – presidente carismatico e tendente all’autoritario che ha governato il paese tra il 2007 e il 2017 – Moreno fu scelto come alleato di Correa e come candidato di continuità, con l’idea di consentire, alla fine del suo mandato, la ricandidatura di Correa stesso. In realtà Moreno si ribellò contro il suo mentore e ruppe l’alleanza. Nel frattempo Correa è stato al centro di diversi casi di corruzione, a causa dei quali è stato costretto a fuggire in Belgio, anche per evitare processi giudiziari (è sotto accusa per non essersi presentato in tribunale durante il processo sul rapimento di un suo oppositore politico, ed è stato condannato in un’altra indagine per corruzione).
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I principali candidati alle elezioni di domenica sono Andrés Arauz e Guillermo Lasso: entrambi hanno circa il 25-30 per cento dei consensi nei sondaggi. Arauz, un economista di 36 anni, guida la coalizione di centrosinistra che fu di Correa (Unione per la speranza, UNES), ed è stato indicato direttamente dall’ex presidente. Inizialmente Correa avrebbe dovuto partecipare alla campagna elettorale come candidato alla vicepresidenza, ma la commissione elettorale gliel’ha impedito perché vive all’estero. Arauz ha detto che se vincerà alle elezioni non sceglierà Correa come suo vicepresidente, ma sarà il suo «principale consigliere».
Lasso invece è un imprenditore ed ex ministro dell’Economia negli anni Novanta, a capo della coalizione di centrodestra CREO (acronimo di “Creando opportunità”). Il terzo candidato rilevante, con circa il 10-15 per cento di consensi nei sondaggi, è Yaku Pérez Guartambel, un attivista dei diritti degli Indios che guida il partito Pachakutik.
Secondo la Costituzione ecuadoriana, se alle elezioni nessun candidato ottiene almeno il 50 per cento dei voti (oppure almeno il 40 per cento e un vantaggio di almeno 10 punti sul secondo arrivato), i due candidati più votati devono andare al ballottaggio.