Renzi su quanto siano popolari lui e Conte, e su cosa sia Draghi
Lo ha detto Matteo Renzi, commentando l'incarico dato a Draghi di formare un nuovo governo
In un’intervista a Repubblica il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha commentato una lettura della crisi di governo proposta dal giornalista Stefano Cappellini, che ha confrontato il diverso grado di popolarità suo e del presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte, evidente in tutti i sondaggi di gradimento.
Senatore Renzi, l’uomo più impopolare del Paese, è riuscito a cacciare il più popolare, Conte?
“È probabile che io sia il più impopolare del Paese, è improbabile che Conte sia il più popolare, ma è certo che Draghi sia il più competente. Va bene così”.Come ha festeggiato la cacciata di Conte?
“Non ho niente da festeggiare. Sono solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese”.
Renzi ha sempre detto di aver aperto la crisi perché in dissenso con il modo in cui il governo di Conte stava gestendo la pandemia da coronavirus e con i piani per usare i fondi europei per la ripresa. Ha ribadito questo concetto anche nell’intervista, dicendo che «a chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte» e aggiungendo che «io volevo gestire bene i vaccini, spendere i soldi europei, riaprire in sicurezza le scuole, affrontare l’emergenza occupazionale, sbloccare i cantieri. Tutte cose che il governo Conte non riusciva a fare. Siamo gli unici che si sono dimessi per un ideale». Alla domanda se sia disposto a fare il ministro in un nuovo governo Draghi, ha invece risposto dicendo «non sono della partita, sono troppo divisivo».
Nell’intervista Renzi è anche tornato a parlare della sua visita in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza organizzata da un think tank controllato dalla monarchia locale, nota per governare con metodi autoritari e violenti e per privare dei diritti umani le donne. In un criticatissimo video, Renzi si rivolge con toni molto cordiali a Mohammed bin Salman, principe ereditario del paese nonché suo leader di fatto, considerato dai servizi di intelligence internazionali il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.
Nell’intervista a Repubblica, Renzi ha detto che «chi conosce l’Arabia Saudita sa che sotto la leadership del principe bin Salman sta attuando il più ambizioso progetto della storia della regione, che prevede notevoli passi in avanti nella cultura, nell’innovazione e nel campo dei diritti. L’Arabia è il nostro principale partner strategico nella regione, cruciale per combattere l’estremismo». Ha anche specificato che, pur non essendo una democrazia occidentale, è un «paese che sta compiendo una svolta senza precedenti». Per quanto riguarda l’omicidio di Khashoggi ha invece detto che «come tutti mi auguro che il processo faccia davvero giustizia».
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Renzi ha poi parlato di Confindustria, lamentandosene: «rinuncio a capire il loro posizionamento nello scacchiere istituzionale: alcuni dei loro dirigenti sembrano molto sensibili a singoli provvedimenti che li riguardano più che alla visione Paese». E ha parlato di Goffredo Bettini, storico dirigente del Partito Democratico senza ruoli formali ma molto influente e vicino al segretario Nicola Zingaretti, considerato tra i principali strateghi del partito: «Se mi scocciassero le critiche farei un altro mestiere. La corrente thailandese del Pd non mi riguarda, io sto sui contenuti» (Bettini ha da trent’anni una casa nell’isola di Koh Samui, dove passa lunghi periodi). Renzi ha poi smentito i retroscena secondo cui avrebbe avuto un accordo sulla crisi con il leader della Lega Matteo Salvini, e ha sostenuto che l’attuale legislatura durerà fino alla scadenza naturale nel 2023.