Da marzo Just Eat assumerà i primi rider con contratti da dipendenti
Just Eat, azienda che si occupa di consegne di cibo a domicilio, ha annunciato che da marzo inizierà ad assumere i primi rider – i fattorini che effettuano le consegne – con contratti da dipendenti. Inizialmente i contratti riguarderanno i rider di Monza, in Lombardia, ma nel corso del 2021 verranno applicati in altre 22 città.
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I contratti sono basati sul cosiddetto modello “Scoober”, già attivo in Germania, Danimarca, Austria e Svizzera. Just Eat ha spiegato in una nota che questo contratto permetterà ai rider «di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche dei lavoratori dipendenti, e condizioni di assunzione eque tra cui: un compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali». Verranno stipulati contratti di lavoro dipendente full time (40 ore settimanali), part-time e a chiamata. Il compenso orario medio sarà di circa 9 euro e a questa somma si aggiungeranno dei bonus legati al numero di consegne.
La decisione di Just Eat, che è una delle principali aziende del settore, era stata preannunciata a novembre, dopo le proteste dei rider contro l’accordo firmato lo scorso 16 settembre fra AssoDelivery, l’associazione che rappresenta le principali aziende del settore della consegna del cibo a casa e il sindacato UGL (Unione Generale del Lavoro): il contratto non era stato firmato dagli altri sindacati, compresi CGIL, CISL e UIL. La critica principale al contratto firmato da AssoDelivery, che pur introduceva alcune forme di tutela per i rider, era che li inquadrava come lavoratori autonomi e non come lavoratori subordinati, non garantendo quindi le tutele previste per i lavoratori dipendenti, come ad esempio ferie e malattia.