Come si forma un grande manager nel 2021
ESCP, storica scuola di management internazionale che forma dirigenti di tutto il mondo, sta sperimentando nuove forme di didattica tecnologicamente avanzate
Nell’ultimo anno, a causa della pandemia da coronavirus, il mondo dell’istruzione e della formazione ha dovuto affrontare grandi cambiamenti. La didattica a distanza è diventata per molti studenti l’unica modalità per seguire le lezioni: dalle scuole primarie alle superiori, insegnanti e istituti si sono trovati di fronte alla necessità di ridefinire le attività svolte in classe per trasmettere in modo virtuale – ma altrettanto efficace – gli stessi contenuti. È successo anche nelle università, ma per quelle abituate da sempre a confrontarsi con un contesto internazionale il processo è stato più naturale.
È il caso ad esempio di ESCP Business School, una scuola di specializzazione per manager fondata nel 1819 a Parigi e oggi presente in sei città europee tra cui Torino. Fin dall’inizio della pandemia ha attivato aule digitali e attività di supporto, anche emotivo, per i suoi studenti, rivedendo l’impostazione dei corsi per garantire continuità nel percorso di studi e nella ricerca del lavoro. Ha in pratica applicato alla situazione straordinaria di questo periodo ciò che da sempre insegna ai propri studenti: imparare a leggere i piccoli e grandi cambiamenti del mondo è fondamentale per rispondere con intelligenza, responsabilità e tempestività alle sfide più complesse che la società si trova ad affrontare, come un’emergenza sanitaria o una crisi economica.
Oltre ad allestire un nuovo studio di registrazione video, ESCP Business School ha ampliato le aule e le ha dotate di tecnologie che consentono, a chi non può assistere di persona perché in isolamento o bloccato in un altro paese, di seguire le spiegazioni e di interagire con docenti e compagni come avveniva in presenza. Le classi sono state divise in gruppi di lavoro più ristretti composti in media da 28 studenti che seguono il 60 per cento delle lezioni in aula e il restante 40 per cento online, con un approccio didattico “ibrido” che rispetta le misure di distanziamento e risolve il problema delle restrizioni alla mobilità internazionale.
«La società in cui viviamo sta attraversando un cambio di paradigma senza precedenti», spiega Francesco Rattalino, Direttore del Campus torinese di ESCP: «Nonostante l’attuale situazione globale, in ESCP continuiamo a garantire la nostra esperienza interculturale unica e le opportunità di sempre. Allo stesso tempo dobbiamo assicurare a tutti sicurezza individuale e flessibilità, la progressione accademica e la transizione verso il mondo del lavoro, continuando a offrire la stessa qualità di sempre anche nel nuovo modello didattico misto».
Nata nel 1819 a Parigi come prima Business School del mondo, ESCP è tra le più rinomate a livello internazionale. Nelle sedi di Berlino, Londra, Madrid, Parigi, Torino e Varsavia accoglie ogni anno 7.100 studenti e 5.000 manager di 120 nazionalità diverse. L’offerta accademica spazia dai percorsi più classici in General Management – Bachelor (che ha il valore di una laurea triennale), MIM (laurea magistrale) e MBA – ai master specialistici che preparano a un percorso professionale focalizzato su ambiti specifici, come “Food & Beverage” e “Tourism & Hospitality”, fino a programmi rivolti a professionisti o realizzati su misura per le aziende.
Tra questi, l’Executive MBA è pensato per manager e professionisti che vogliono arricchire la propria formazione per dare una svolta alla propria carriera: nel 2020 è arrivato primo in Italia e settimo nel mondo nella classifica del Financial Times dei migliori executive master in business administration, emergendo in particolare come uno dei percorsi che dà le maggiori possibilità di avanzamento professionale a tre anni dalla fine delle lezioni e, in media, un aumento di stipendio pari al 78 per cento.
Combinando la teoria accademica con ciò che si impara collaborando con altri professionisti, l’Executive MBA offre ai partecipanti l’opportunità di arricchire le proprie competenze in un ambiente diversificato e multiculturale. Il programma ha una durata variabile, da 18 a 30 mesi, online o in presenza, ed è completamente “su misura”, studiato sulla base delle specifiche esigenze dei singoli partecipanti, anche per essere compatibile con la loro attività professionale. Ogni manager – l’età media degli iscritti è 38 anni con circa 13 anni di esperienza lavorativa – è chiamato a seguire lezioni dinamiche in cui è necessaria una partecipazione attiva e ogni tematica affrontata è contestualizzata in aziende reali, dunque i casi di studio sono utili per poter immediatamente applicare ciò che si è appreso nel proprio contesto lavorativo. Il percorso si sviluppa su più campus a scelta, in Europa e Medio Oriente, e prevede anche seminari all’estero (in Brasile, Cina e India) e un progetto di consulenza internazionale.
A partire dalla primavera 2021 i partecipanti dei programmi Executive saranno coinvolti in un nuovo progetto di adaptive learning, un sistema tecnologico che grazie all’intelligenza artificiale e ai big data consente di costruire una didattica personalizzata. Già da prima che la pandemia da coronavirus rendesse necessaria l’adozione di strumenti didattici digitali, ESCP aveva avviato una sperimentazione in questo campo per aggiornare e migliorare i propri metodi, un’evoluzione resa possibile dalla collaborazione con la startup Domoscio. L’algoritmo di Domoscio analizzerà i risultati accademici degli studenti per determinare il profilo dei partecipanti ai corsi e le loro specifiche esigenze pedagogiche: le cosiddette “learning analytics”, dati che permetteranno ai docenti di capire i punti di forza, le carenze e le difficoltà di ogni studente e adeguare di conseguenza lezioni e approfondimenti.
Perché il sistema funzioni è necessario introdurre una strategia di valutazione continua, organizzando test periodici il cui scopo è verificare il livello di comprensione degli studenti e, sulla base delle risposte errate, indicare i materiali sui quali si potranno colmare le lacune fino a quando tutta la materia di studio non sarà stata assimilata.
«Come Business School da sempre prepariamo le nuove generazioni di manager ad anticipare il futuro», continua Rattalino: «La didattica dell’apprendimento adattivo fa proprio questo: capitalizzando e integrando innovazione, tecnologia e soluzioni metodologiche, crea percorsi formativi dinamici, stimolanti e personalizzati, che rispondono esattamente alle necessità del singolo e del contesto in cui si inserisce».