In Polonia c’è stata la terza notte di proteste contro la nuova norma molto restrittiva sull’aborto
Per la terza notte consecutiva, migliaia di persone hanno manifestato a Varsavia e in altre città della Polonia contro l’introduzione di una nuova norma che di fatto sancisce il divieto quasi totale di abortire. Le manifestazioni sono state molto partecipate, nonostante le restrizioni legate alla pandemia da coronavirus e le temperature sotto zero. Nei cortei si sono viste numerose bandiere arcobaleno e quelle con il fulmine rosso simbolo di Stajk Kobiet (letteralmente “Sciopero delle donne”), uno dei più importanti movimenti femministi polacchi, principale organizzatore delle proteste.
La norma contestata vieta l’aborto anche in caso di malformazione del feto (l’interruzione di gravidanza resta possibile solo nei casi di stupro e incesto). Era stata stabilita da una sentenza della Corte costituzionale lo scorso ottobre ma la sua entrata in vigore era stata ritardata per via delle enormi manifestazioni e proteste che avevano coinvolto studenti, movimenti femministi, organizzazioni per i diritti LGBT+ e gran parte della società civile per diverse settimane. L’annuncio del governo circa la pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale è arrivato senza preavviso e ha da subito provocato proteste e manifestazioni di migliaia di persone, che proseguono da allora.
Il governo polacco è guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS), che è molto vicino alle gerarchie cattoliche che hanno un ruolo molto attivo nella politica del paese e lo sostengono. Secondo i critici negli ultimi anni il governo di PiS ha progressivamente eroso le libertà dei cittadini, e negli ultimi mesi è peraltro stato criticato anche per la cattiva gestione della pandemia da coronavirus, che adesso prevede un piano di vaccinazioni considerato troppo debole.