Il vaccino di Novavax ha un’efficacia dell’89 per cento, dice l’azienda
È un risultato preliminare ma promettente, e potrebbe portare entro la seconda metà dell’anno ad avere un altro vaccino per rallentare la pandemia
La società di biotecnologie statunitense Novavax ha annunciato che il suo vaccino sperimentale contro il coronavirus ha un’efficacia dell’89,3 per cento nel proteggere dalla COVID-19. Il risultato è ancora preliminare, ma è ritenuto promettente e potrebbe portare entro la seconda metà dell’anno ad avere un altro vaccino per rallentare la pandemia. La soluzione di Novavax si è rivelata efficace anche contro la cosiddetta “variante inglese”, che rende più contagioso il coronavirus, mentre ha dato risultati meno incoraggianti e ancora da approfondire sulla cosiddetta “variante sudafricana”.
I risultati derivano da due test clinici, svolti rispettivamente nel Regno Unito (fase 3 su 3) e in Sudafrica (fase 2 su 3). Al primo hanno partecipato 15mila volontari divisi in due gruppi: uno ha ricevuto il vaccino, mentre l’altro una sostanza che non fa nulla (placebo). I ricercatori hanno poi atteso che si verificassero infezioni da coronavirus e hanno messo a confronto l’incidenza dei casi di COVID-19 tra i due gruppi. Sono stati rilevati in tutto 62 casi della malattia causata dal coronavirus: 56 tra i partecipanti che avevano ricevuto il placebo e 6 tra quelli con il vaccino. Nel gruppo dei vaccinati nessun volontario ha sviluppato sintomi gravi.
Al test clinico in Sudafrica hanno invece partecipato 4.400 volontari, sempre divisi in un gruppo di vaccinati e in uno con il placebo. I ricercatori hanno rilevato 29 casi di COVID-19 tra i partecipanti non vaccinati e 15 casi tra chi aveva ricevuto il vaccino. Nel complesso, il vaccino ha fatto rilevare un’efficacia del 49 per cento. I ricercatori hanno però invitato a valutare con maggiore cautela questi dati, perché derivanti da un test clinico con quasi un terzo dei partecipanti rispetto a quello condotto nel Regno Unito.
Le prime notizie fornite da Novavax sono incoraggianti, ma l’azienda non ha ancora diffuso molti altri dettagli sul proprio vaccino e sulla sua sicurezza. Saranno necessari ancora alcuni mesi di analisi sui dati raccolti, prima che Novavax possa procedere con una richiesta di autorizzazione.
Il vaccino di Novavax utilizza un metodo piuttosto collaudato e già impiegato in altri vaccini: imita il comportamento della proteina sulle punte dell’involucro esterno del coronavirus, che questo impiega per legarsi alle cellule del nostro organismo e iniettarvi all’interno il proprio materiale genetico per replicarsi. Grazie al vaccino il sistema immunitario può imparare a contrastare la proteina senza entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio. Nel caso di una seguente infezione, può usare le conoscenze acquisite per impedire al virus di penetrare nelle cellule e fare danni.
Novavax sostiene di poter produrre almeno 2 miliardi di dosi del proprio vaccino entro la fine dell’anno, anche se non è ancora chiaro quanto possano essere sostenibili ritmi di produzione di questo tipo per un’azienda relativamente piccola. Se si confermasse la sua efficacia e venisse autorizzato, il vaccino potrebbe rivelarsi importante per accelerare le campagne vaccinali, che procedono a rilento a causa della limitata capacità produttiva delle aziende che li hanno sviluppati, a fronte di una domanda molto alta.