La Commissione Europea ha stabilito che per esportare i vaccini fuori dall’Unione Europea ci vorrà un’autorizzazione speciale
Venerdì la Commissione Europea ha introdotto un meccanismo per fare in modo che a partire dal 30 gennaio le esportazioni di vaccini contro il coronavirus fuori dall’Unione Europea debbano essere autorizzate dagli stati membri dove il vaccino è stato prodotto. Il nuovo meccanismo è stato adottato con una procedura d’urgenza, sarà valido fino alla fine di marzo e riguarderà tutte le società con cui l’Unione aveva concluso accordi di prenotazione.
L’obiettivo della Commissione è evitare nuove controversie come quella emersa nei giorni scorsi con AstraZeneca, che secondo alcuni timori interni alla Commissione Europea nelle scorse settimane ha esportato nel Regno Unito alcuni lotti di vaccini prodotti all’interno dell’Unione Europea, per poi ridurre del 75 per cento le forniture ai paesi europei.
La Commissione ha sottolineato di non voler imporre restrizioni sulle esportazioni, ma solo di voler essere maggiormente informata su come e perché avvengano. La misura non sarà però applicata alle esportazioni dei vaccini contro il coronavirus per ragioni umanitarie o di solidarietà con altri paesi.