Quali paesi stanno vaccinando più in fretta
Israele è sempre il più veloce, nell'Unione Europea stanno tenendo un ritmo alto Danimarca e Slovenia, e l'Italia è terza
A quasi due mesi dall’inizio della campagna vaccinale contro il coronavirus, molti paesi del mondo hanno raggiunto ritmi relativamente intensi, anche se c’è chi ha iniziato a grande velocità, come Israele, e chi invece ha avuto qualche problema organizzativo, come la Francia. La priorità è identica per tutti gli stati: vaccinare il maggior numero possibile di persone nel minor tempo possibile. La rapidità, però, non dipende solo dalla capacità organizzativa: è importante anche avere forniture sempre maggiori di vaccini.
Proprio in questi giorni ci sono estese preoccupazioni sul futuro prossimo delle campagne vaccinali a causa dei ritardi e dei tagli delle forniture del vaccino sviluppato da AstraZeneca, uno dei più promettenti perché poco costoso e più facile da trasportare rispetto agli altri vaccini. Non è ancora chiaro di quanto verranno tagliate le forniture previste, quindi è difficile fare previsioni sulle ripercussioni.
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Mentre scriviamo questo articolo, in tutto il mondo sono state somministrate 80,3 milioni di dosi di vaccino: comprendono le prime e le seconde dosi, i cui dati separati non sono forniti da tutti i paesi.
In questa mappa, aggiornata in tempo reale con i dati di Our World Data, viene mostrato il numero di dosi somministrate ogni 100 abitanti (che non coincide con la percentuale di popolazione vaccinata in quanto qualcuno ha già ricevuto due dosi). La mappa si basa sugli ultimi dati attualmente disponibili (mancano ad esempio la Russia e l’Australia). Alcuni stati, soprattutto i più piccoli, potrebbero aver iniziato la campagna vaccinale, senza mettere a disposizione i dati.
Israele è il paese che sta vaccinando più in fretta: sono state somministrate 2,4 milioni di prime dosi e già 1,4 milioni di persone sono state vaccinate con la seconda dose: poco più del 16% dell’intera popolazione totale è protetto contro la COVID-19. Ma è ancora difficile capire tra quanto riusciremo a vedere gli effetti. Per ora sappiamo che il vaccino protegge dalla malattia, evitando che si sviluppino i sintomi, mentre non è ancora chiaro se e in che misura renda meno contagiosi, riducendo quindi i rischi che un vaccinato eventualmente infetto possa contagiare qualcun altro.
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In questa mappa invece si può notare il dettaglio dei paesi europei. Il Regno Unito, che dal primo gennaio non è più nell’Unione Europea, è stato il primo paese a iniziare la vaccinazione di massa, lo scorso 8 dicembre. Al momento sono stati somministrati 7,6 milioni di prime dosi e solo 474mila richiami. A differenza di quasi tutti gli altri stati, infatti, il Regno Unito ha deciso di allungare i tempi tra la prima e la seconda dose oltre i 21 giorni previsti, per vaccinare inizialmente più persone. Quasi l’11% della popolazione britannica quindi ha ricevuto la prima dose, ed è in attesa della seconda.
Uno dei paesi che sta vaccinando più velocemente è l’Islanda, al terzo posto nella classifica mondiale dietro a Israele e agli Emirati Arabi. È merito soprattutto del limitato numero di abitanti, ma anche di una discreta organizzazione: 4.820 persone hanno ricevuto la prima dose, l’1,4 per cento della popolazione totale. L’Islanda è stato anche il primo paese dell’area Schengen a introdurre il certificato vaccinale. Dal 21 gennaio, infatti, gli islandesi che hanno ricevuto il richiamo del vaccino possono chiedere un documento per essere esentati dalla quarantena in caso di viaggio. L’Islanda ha anche annunciato che riconoscerà i certificati vaccinali che saranno rilasciati dai paesi dell’Unione Europea.
Uno degli stati che hanno iniziato a rilasciare questo tipo di certificazione è la Danimarca, uno dei paesi europei che sta vaccinando più in fretta. Al momento in Danimarca sono state somministrate 216.128 vaccinazioni totali: 183mila prime dosi e 32mila richiami. L’organizzazione della campagna vaccinale danese è molto snella e informatizzata, con dodici fasce per distinguere le varie fasi. Le prime vaccinazioni sono state somministrate alle persone più anziane ospiti delle case di cura. Poi è toccato o toccherà alle persone sopra gli 85 anni, agli operatori sanitari, alle persone a rischio per patologie pregresse, alla fascia tra 80 e 84 anni, poi quella tra 75 e 79 anni, tra 65 e 74, alle persone sotto i 65 anni con patologie pregresse, ai lavoratori essenziali e infine a tutto il resto della popolazione. Le persone vengono avvisate via mail o attraverso sms, grazie a un sistema di prenotazione centralizzato. In questo modo si evitano code e possibili assembramenti, mantenendo comunque ritmi alti di vaccinazione.
In questa tabella aggiornata in tempo reale con i dati di Our World Data si può vedere il numero di vaccinazioni totali, il numero di prime dosi e di richiami somministrati finora in tutto il mondo. Al momento l’Italia è al terzo posto tra i paesi dell’Unione Europea, dopo la Danimarca e la Slovenia.