Stephan Ernst, neonazista tedesco che aveva ucciso il parlamentare Walter Lübcke nel 2019, è stato condannato all’ergastolo
Stephan Ernst, l’uomo che aveva confessato di aver ucciso il politico tedesco Walter Lübcke nel 2019, è stato condannato all’ergastolo da un tribunale di Francoforte, in Germania. Il tribunale ha parlato dell’omicidio di Lübcke come del primo assassinio politico da parte di estremisti di destra dopo la fine della Seconda guerra mondiale: Lübcke, infatti, aveva subito minacce dopo aver preso posizioni molto nette a favore dell’accoglienza di migranti e rifugiati; Ernst invece aveva rapporti con diversi gruppi di estrema destra e aveva confessato di aver ucciso Lübcke per motivazioni politiche, proprio a causa delle posizioni favorevoli ai migranti di quest’ultimo.
Lübcke fu ucciso con un colpo di pistola alla testa nella sua casa a Wolfhagen, nel nord dello stato dell’Assia, nel giugno del 2019. Aveva 65 anni e faceva parte della CDU – il partito della cancelliera Angela Merkel – ma era considerato un politico moderato e aperto, molto stimato anche dai suoi avversari politici. Circa due settimane dopo l’omicidio, Ernst fu arrestato grazie alle analisi del DNA e pochi giorni dopo confessò di essere l’assassino.