In Polonia è entrata in vigore la contestata norma sull’aborto
Lo vieta anche in caso di malformazione del feto, rendendo il divieto di abortire quasi totale: ci sono state subito grandi proteste
Mercoledì in Polonia è entrata in vigore la contestatissima norma che vieta l’aborto anche in caso di malformazione del feto e che in pratica sancisce il divieto quasi totale di abortire. La norma era stata stabilita da una sentenza della Corte costituzionale lo scorso ottobre ma la sua entrata in vigore era stata ritardata per via delle enormi manifestazioni e proteste che avevano coinvolto studenti, movimenti femministi, organizzazioni per i diritti LGBT+ e gran parte della società civile per diverse settimane. L’annuncio del governo circa la pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale è arrivato senza preavviso e ha da subito provocato proteste e manifestazioni di migliaia di persone.
Nonostante i mesi di proteste e le critiche da parte delle istituzioni europee, ieri il governo polacco ha annunciato che la nuova norma sulla legge sull’interruzione di gravidanza stava per essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale e che pertanto sarebbe subito entrata in vigore. La Corte Costituzionale ha quindi pubblicato le motivazioni della sentenza, passaggio necessario per renderla esecutiva: la mancanza della giustificazione era servita a spiegare “ufficialmente” il ritardo della pubblicazione della sentenza del 22 ottobre in Gazzetta Ufficiale. Nella nota delle motivazioni la Corte ha chiarito anche che ci sarà un margine con cui il parlamento possa intervenire per apportare qualche modifica ed escludere dall’applicazione della legge i casi di malformazione più gravi, ma la decisione ha comunque suscitato grandi critiche e proteste.
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In diverse città della Polonia, in particolare nella capitale Varsavia, mercoledì si sono radunate migliaia di persone che hanno ripreso a protestare contro la decisione del governo, che negli ultimi anni è diventato sempre più autoritario. Durante i cortei di Varsavia sono stati intonati cori e canzoni; c’erano anche numerose bandiere arcobaleno e striscioni che dicevano cose come “Io penso, io sento, io decido” oppure “Libertà di scelta e non terrore”. Strajk Kobiet (letteralmente “Sciopero delle donne”), uno dei principali movimenti femministi polacchi, ha annunciato ulteriori proteste per oggi e domani.
.@martalempart at a protest in front of the Constitutional Tribunal against further abortion restrictions expected to come into force today in Poland. pic.twitter.com/XtmPqeflAa
— Joanna Plucinska (@joannaplucinska) January 27, 2021
La sentenza di ottobre della Corte Costituzionale era arrivata in risposta a un appello di un centinaio di parlamentari che sostenevano che l’interruzione di gravidanza a causa di malformazioni fetali violasse i princìpi della Costituzione, che protegge la vita di ogni individuo. La sentenza modificava una legge sull’interruzione di gravidanza che era già una delle più restrittive d’Europa, perché ammetteva la possibilità di abortire soltanto in caso di malformazioni del feto, gravidanze causate da stupro o incesto e pericolo di vita per la donna. Gli ultimi due casi restano legali, ma sono un numero davvero esiguo rispetto agli aborti per malformazioni: per dare l’idea, infatti, nel 2019 1.074 dei 1.100 aborti eseguiti in Polonia erano stati a causa di malformazioni del feto.
Il governo polacco è guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS), che è molto vicino alle gerarchie cattoliche che hanno un ruolo molto attivo nella politica del paese e lo sostengono. Secondo i critici negli ultimi anni il governo di PiS ha progressivamente eroso le libertà dei cittadini, e negli ultimi mesi è peraltro stato criticato anche per la cattiva gestione della pandemia da coronavirus, che adesso prevede un piano di vaccinazioni considerato troppo debole.
Per i sostenitori dei diritti civili l’entrata in vigore della nuova legge è un ulteriore passo verso l’autoritarismo e la limitazione delle libertà delle donne, anche perché implica che sempre più persone ricorreranno a metodi illegali per abortire o viaggeranno all’estero per farlo. Tra le altre cose, secondo la radio polacca TokFM, molti ospedali avevano già iniziato a vietare ai propri medici di eseguire aborti per malformazioni del feto temendo conseguenze legali.
Il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, ha detto che la decisione di pubblicare la norma in Gazzetta è «contro la volontà dei polacchi» ed è stato «un atto consapevole e calcolato a danno dello stato». Marta Lempart, una delle persone che hanno organizzato le proteste di mercoledì, ha detto al canale televisivo TVN24 che «stiamo parlando di incompetenza, corruzione e dell’assoluto declino dello Stato, pertanto questi uomini stanno facendo ciò che sanno fare meglio: portare via i diritti e le libertà dei cittadini».
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