La Corte Suprema del Pakistan ha ordinato la liberazione delle quattro persone che erano state condannate per aver ucciso il giornalista Daniel Pearl nel 2002
Giovedì la Corte Suprema del Pakistan ha ordinato la liberazione di Ahmed Omar Saeed Sheikh, terrorista britannico di origini pakistane e il principale sospettato di aver rapito e ucciso nel 2002 il giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl. Oltre a lui sono state liberate anche le altre tre persone che erano state condannate per aver partecipato al rapimento di Pearl. La decisione dei tre giudici della Corte Suprema è stata presa con una maggioranza di due a uno.
All’inizio del 2002 Pearl stava indagando su alcuni militanti islamici a Karachi, nel sud del Pakistan. Il 23 gennaio fu rapito da un gruppo di fondamentalisti islamici che lo avevano accusato di essere un agente della CIA e nove giorni dopo venne ucciso.
Nel marzo del 2002 Sheikh fu accusato dell’omicidio di Pearl assieme ad altri tre uomini: nel luglio successivo lui fu condannato a morte e gli altri tre all’ergastolo. Sheikh, che aveva iniziato a scontare la pena in carcere, aveva fatto ricorso in appello; nell’aprile del 2020 la Corte di appello di Karachi aveva annullato le sentenze di tutti gli imputati, che però il giorno successivo vennero nuovamente arrestati.
Negli ultimi anni erano sorti molti dubbi circa la partecipazione di Sheikh al rapimento e all’omicidio di Pearl, e lui stesso aveva sostenuto che le confessioni fatte al momento dell’arresto erano state ottenute con la tortura. L’omicidio di Pearl, inoltre, era stato rivendicato anche dal terrorista pakistano Khalid Mohammed, considerato “il numero due di al Qaida”, attualmente detenuto a Guantanamo. Secondo un rapporto realizzato nel 2011 dalla Georgetown University, Sheikh avrebbe partecipato al rapimento, e avrebbe voluto sfruttare Pearl per ottenere un riscatto. Alla fine, però, su pressione di Mohammed lo avrebbe consegnato ad al Qaida, che poi lo avrebbe ucciso.
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