Com’è andata l’editoria italiana, infine
Meglio del previsto: nel 2020 le vendite di libri sono cresciute del 2,4 per cento, soprattutto grazie all'aumento di audiolibri e ebook
L’Associazione Italiana Editori (AIE) ha presentato come ogni anno il rapporto sull’andamento del settore nel 2020, realizzato in collaborazione con la società di servizi statistici Nielsen. È stato un anno molto segnato dall’epidemia da coronavirus che dal 12 marzo al 3 maggio ha portato alla chiusura delle librerie fisiche in tutta Italia. Questo ha creato un improvviso crollo delle vendite (come avevamo raccontato qui), ha bloccato la pubblicazione di nuovi libri e contemporaneamente ha dato impulso al digitale, che per molto tempo è stato l’unico canale di acquisto.
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Il mercato editoriale ha retto
Secondo gli ultimi dati di Nielsen, l’editoria di varia – i libri di narrativa e saggistica, quelli per bambini e ragazzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, gli ebook e gli audiolibri – è cresciuta del 2,4 per cento rispetto al 2019, per un totale di 1,54 miliardi di euro. È un risultato importante se si considera la diminuzione di vendite avvenuta nella prima parte dell’anno, in particolare durante la chiusura delle librerie. Sempre secondo Nielsen, infatti, dal 1° gennaio al 3 maggio l’editoria di varia aveva perso 134 milioni di euro e 8 milioni di copie vendute rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La situazione era migliorata già da giugno, quando la perdita complessiva di fatturato si era ridotta a -11 per cento rispetto al -20 per cento di aprile, mentre a settembre aveva recuperato ancora di più segnando un -7 per cento. Quindi le vendite dell’ultimo periodo dell’anno hanno contribuito alla tenuta del settore.
Il successo del digitale
La chiusura delle librerie, come dicevamo, ha portato a un’improvvisa crescita degli acquisti di libri online: nel 2019 rappresentavano il 27 per cento del totale mentre a fine aprile erano diventati il 48 per cento. La tendenza non è stata frenata dalla riapertura delle librerie e la percentuale si è mantenuta al 44 per cento in luglio.
Oltre al canale digitale, hanno avuto successo anche gli ebook e gli audiolibri. Nel 2020 le vendite di libri cartacei sono aumentate dello 0,3 per cento a prezzo di copertina, per un totale di 1,43 miliardi di euro: la crescita complessiva – pari al 2,4 per cento – è stata quindi trainata dalle vendite di ebook, aumentate del 27 per cento rispetto al 2019 (per un valore di 97 milioni di euro) e di audiolibri, che sono cresciuti del 94 per cento per un totale di 17,5 milioni di euro. Quest’anno la lettura e l’ascolto di audiolibri sono arrivati a valere il 7,4 per cento dell’intera editoria di varia. Questi dati comprendono anche gli audiolibri ascoltati con gli abbonamenti alle piattaforme di streaming dedicate.
I dati Nielsen mostrano anche una importante crescita in termini di copie vendute, pari al 2,9 per cento per un totale di 104,5 milioni di libri. Anche in questo caso, è merito delle copie vendute di ebook, salite del 36,6 per cento, che hanno compensato il leggero calo di copie vendute dei libri di carta, pari a -0,8 per cento. In questo caso invece non vengono considerati gli audiolibri per cui mancano i dati a copia essendo venduti soprattutto in abbonamento.
Come vanno le librerie
Le librerie sono probabilmente l’anello più colpito del settore a causa della prolungata chiusura e dello spostamento di acquisti online. I dati dell’AIE mostrano un leggero recupero rispetto ai canali digitali nella seconda parte dell’anno: sono infatti passate a coprire dal 52 per cento del mercato di varia di aprile al 57 per cento di fine dicembre. Hanno retto meglio le librerie di quartiere e delle città più piccole mentre sono in difficoltà le librerie di catena, quelle che si trovano nei centri turistici delle città d’arte, all’interno di centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti: quelle cioè dei settori più danneggiati dalla pandemia, come il turismo e i grandi centri cittadini scarsamente abitati dove si concentrano banche, negozi e uffici.
Per finire, durante la chiusura molte librerie si sono organizzate per fare consegne di libri. Inizialmente erano piuttosto artigianali e temporanee, ma col tempo molte hanno strutturato il servizio con l’idea di mantenerlo. Ad agosto, poi, è nata Bookdealer, la prima piattaforma di e-commerce italiana che sostiene le librerie indipendenti, fornendo loro una rete per vendere online e farsi conoscere e con l’intento di far concorrenza ad Amazon.
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L’Italia e l’Europa
Il rapporto dell’AIE evidenzia che i risultati dell’Italia sono buoni anche paragonandoli al contesto europeo, ugualmente danneggiato dal coronavirus. L’aumento di vendite di libri cartacei, pari allo 0,3 per cento, è superiore a quello della Francia e della Germania, dove le vendite dei cartacei sono calate rispettivamente del 2 e del 2,3 per cento; il risultato è vicino a quello della Spagna, dove c’è stato un leggero aumento pari all’1 per cento. Vanno invece molto meglio il Regno Unito (+5,5 per cento), i Paesi Bassi (+7 per cento) e la Finlandia (+2 per cento), mentre si trova in grave difficoltà il Portogallo con un calo di vendite del 19 per cento, causato soprattutto da un e-commerce poco sviluppato. Il presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi, ha spiegato che i dati italiani «erano in linea con Francia e Germania fino ad ottobre: è stata l’apertura delle librerie durante l’ultimo lockdown a fare la differenza».
Le difficoltà degli altri settori
Il rapporto AIE ha anche indicato le difficoltà dell’editoria scolastica a causa di un limitato rinnovo delle adozioni dei libri di testo da parte delle scuole. È andata invece meglio l’editoria universitaria perché il lockdown ha limitato la diffusione delle fotocopie dei libri di testo. Sono in crisi alcuni settori molto specifici, come quello dell’editoria turistica, d’arte e professionale giuridica.
La collaborazione che ha favorito la ripresa
Il settore ha tenuto anche grazie a una collaborazione complessiva da parte di tutta la filiera. Durante la chiusura delle librerie, quasi tutte le case editrici hanno evitato di stampare nuovi libri e venderli online per non danneggiarle, e hanno poi concentrato la pubblicazione di uscite interessanti e attese all’indomani della riapertura. Un altro esempio di collaborazione è stata l’iniziativa Libri da Asporto: un fondo creato da alcuni editori per finanziare le consegne a domicilio dei libri comprati online alle librerie aderenti.
Sono stati importanti anche alcuni interventi del governo: ha stanziato 10 milioni di euro per le piccole case editrici in difficoltà, pari a un massimo di 20mila euro per ogni beneficiario; 30 milioni alle biblioteche per l’acquisto di libri; 15 milioni per la Carta Cultura, una carta elettronica da 100 euro per l’acquisto di libri, valida un anno e rivolta alle famiglie meno abbienti; il rifinanziamento da 160 a 190 milioni di euro della 18App, il bonus di 500 euro per i 18enni che si può spendere in libri, biglietti per concerti, musei e altri eventi culturali; 10 milioni per il tax credit, un credito di imposta per le librerie piccole e indipendenti introdotto dal 2017.