Sanofi aiuterà Pfizer-BioNTech a produrre il vaccino
La multinazionale farmaceutica francese si occuperà di confezionare flaconcini per 125 milioni di dosi, da utilizzare nell'Unione Europea
La multinazionale farmaceutica francese Sanofi ha annunciato che aiuterà Pfizer-BioNTech nella produzione del loro vaccino contro il coronavirus, rendendo possibile il confezionamento di oltre 125 milioni di dosi da utilizzare nell’Unione Europea. La collaborazione, non così scontata in un settore altamente concorrenziale come quello farmaceutico, dovrebbe consentire di rispondere all’alta domanda per il vaccino a fronte delle per ora limitate capacità produttive di Pfizer-BioNTech, soprattutto in Europa.
Il CEO di Sanofi, Paul Hudson, ha spiegato al giornale francese Le Figaro che l’azienda è al lavoro per produrre un proprio vaccino, ma siccome ha accumulato alcuni ritardi nello sviluppo e nella sperimentazione: “Ci siamo chiesti come ci saremmo potuti rendere utili da subito, partecipando agli sforzi collettivi per uscire il più velocemente possibile da questa crisi”. Hudson ha detto che Sanofi ha valutato diverse possibilità e di avere infine proposto una collaborazione con Pfizer-BioNTech, con le quali ha stretto un accordo martedì 26 gennaio.
Le aziende non hanno fornito informazioni sui termini del contratto, ma Sanofi ha comunque dato qualche dettaglio sugli aspetti pratici. L’azienda utilizzerà per cominciare un proprio stabilimento a Francoforte, non molto distante dal sito di produzione del vaccino di BioNTech, sempre in Germania. Sanofi riceverà il vaccino già finito e si occuperà di inserirlo nei flaconcini dai quali vengono poi estratte le dosi per 5-6 somministrazioni.
Il processo di confezionamento è tra i più complessi dal punto di vista logistico e finora BioNTech non aveva grandi risorse per farlo. L’accordo con Sanofi dovrebbe consentire di accelerare i tempi, ma saranno comunque necessari alcuni mesi per organizzare il sito produttivo di Francoforte. Le due aziende confidano di avviare la preparazione dei flaconcini entro il prossimo luglio, in modo da avviare la distribuzione delle dosi a partire da agosto. I 125 milioni di dosi annunciati dovrebbero essere consegnati via via nei mesi seguenti ed entro la fine dell’anno.
Inizialmente la Commissione Europea aveva per lo più puntato su altri vaccini contro il coronavirus in fase di sviluppo, con minori prenotazioni per quello di Pfizer-BioNTech, più costoso e complicato da gestire (deve essere mantenuto a circa -70 °C). In seguito ai ritardi accumulati dagli altri produttori, a cominciare da AstraZeneca, la Commissione aveva poi rivisto in parte i propri piani. L’11 novembre scorso, aveva approvato un contratto con Pfizer-BioNTech per la fornitura di 200 milioni di dosi, con un’opzione di acquisto di altri 100 milioni di dosi, messa poi in pratica circa un mese dopo. A inizio anno, la Commissione aveva poi proposto l’acquisto di altre 200 milioni di dosi con un’opzione per ulteriori 100 milioni.
Nel complesso, quindi, l’Unione Europea potrebbe contare su circa 600 milioni di dosi del vaccino di Pfizer-BioNTech (che richiede due somministrazioni per individuo). È una quantità enorme di vaccini e, allo stato attuale, le due aziende farmaceutiche non sarebbero state in grado di soddisfare la domanda in tempi ragionevoli. In attesa del potenziamento dei loro impianti produttivi in Europa, la collaborazione con Sanofi dovrebbe consentire di ridurre il problema, offrendo una maggiore capacità nella seconda metà dell’anno, quando molti paesi europei vorrebbero avviare la parte più consistente delle loro campagne vaccinali, dopo avere vaccinato gli individui più a rischio per età, condizioni di salute e professione.
Molti paesi avevano fatto affidamento su AstraZeneca per la loro campagna vaccinale, ma l’azienda ha comunicato alla fine della scorsa settimana che sarà in grado di consegnare il 60 per cento in meno delle dosi promesse nel primo trimestre. La società ha ricevuto dure critiche dalla Commissione Europea, ma difficilmente riuscirà a potenziare in tempo la produzione.
L’accordo tra Sanofi e Pfizer-BioNTech era stato ipotizzato nei giorni scorsi da alcuni giornali, ed era via via diventato più concreto. Il processo di produzione vero e proprio del vaccino rimarrà comunque sotto il controllo di Pfizer-BioNTech per motivi di sicurezza e di conoscenze delle tecniche sviluppate per realizzarlo, ma anche per motivi economici. Le due aziende detengono la proprietà del vaccino, sul quale hanno investito centinaia di milioni di euro per svilupparlo. Negli ultimi giorni si è parlato della possibilità di farlo produrre sotto licenza, per rispondere meglio alla domanda, ma finora il confronto non ha portato a decisioni da parte dei governi e delle istituzioni sanitarie internazionali.