La Commissione Europea dice che la logica “chi arriva prima meglio alloggia” va bene per la carne del macellaio, non per i vaccini
È una critica nei confronti di AstraZeneca, che ha lasciato intendere che sta privilegiando il Regno Unito nella consegna dei vaccini contro il coronavirus perché il loro contratto è precedente
Nel pomeriggio di oggi la Commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha tenuto una breve conferenza stampa a Bruxelles (Belgio) nella quale ha nuovamente chiesto alla società farmaceutica britannico-svedese AstraZeneca di fare chiarezza sulla produzione dei vaccini contro il coronavirus, dopo l’annuncio di venerdì scorso di un taglio di almeno il 60 per cento degli 80 milioni di dosi che avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre di quest’anno.
Il CEO della società, Pascal Soriot, aveva sostenuto in un’intervista molto discussa di non avere obblighi specifici sul numero delle dosi da consegnare, perché i contratti (che non sono pubblici) indicano che AstraZeneca debba limitarsi a “fare del proprio meglio” per produrre le dosi, ma senza vincoli. Kyriakides ha contestato duramente le dichiarazioni di Soriot, definendo inaccettabile il comportamento dell’azienda:
L’idea che l’azienda non sia tenuta a rispettare le consegne perché abbiamo firmato un contratto che parla di “fare del proprio meglio” non è né corretto né accettabile. Abbiamo sottoscritto un accordo anticipato di acquisto per un prodotto che all’epoca ancora non esisteva, e che oggi non è ancora autorizzato. E abbiamo firmato proprio per assicurarci che l’azienda si dotasse della capacità produttiva necessaria per fare i vaccini per tempo, in modo che un certo numero di dosi potesse essere distribuito il giorno stesso dell’autorizzazione. Non essere in grado di assicurare la capacità produttiva va contro ciò che è scritto e formalizzato nell’accordo.
Kyriakides ha poi fatto riferimento, senza citarle, alle dichiarazioni di Soriot sul fatto che l’Unione Europea avesse stretto un accordo con AstraZeneca tre mesi dopo il Regno Unito, che quindi avrebbe la precedenza nella ricezione delle dosi:
Respingiamo la logica del chi prima arriva meglio alloggia. Può funzionare quando si è in fila dal macellaio di quartiere, ma non nei contratti. E non in un accordo anticipato di acquisto.
Fonti interne alla Commissione Europea hanno spiegato che dai loro calcoli la riduzione delle dosi annunciata da AstraZeneca per il primo trimestre potrebbe arrivare fino al 75 per cento, ben oltre le stime iniziali del 60 per cento. Il contratto citerebbe inoltre due stabilimenti di produzione del vaccino nel Regno Unito, che dovrebbero produrre dosi per rifornire l’Unione Europea, cosa che non sta avvenendo.
La Commissione ha inoltre respinto le dichiarazioni di Soriot circa una divisione netta fra la linea di produzione britannica e quella europea, che per qualche motivo renderebbe impossibile la distribuzione nell’Unione delle dosi prodotte nel Regno Unito e viceversa.
Nella serata di oggi i rappresentanti della Commissione Europea si incontreranno nuovamente con quelli di AstraZeneca per chiarire alcuni di questi punti, ma per ora l’azienda continua a non fornire informazioni dettagliate sulle cause dell’annunciata riduzione delle consegne. È stata anche sollevata la possibilità di rendere pubblici i contratti sottoscritti nell’estate dello scorso anno, ma svelarne tutti i dettagli potrebbe avere effetti controproducenti anche per le capacità di contrattazione della Commissione con altri produttori.