L’ISS ha smentito la Regione Lombardia
In un comunicato diffuso dall'Istituto superiore di sanità si spiega che ai tecnici lombardi sono state inviate 54 segnalazioni di errori da maggio 2020 ad oggi
L’Istituto superiore di sanità ha diffuso un comunicato stampa per rispondere agli attacchi del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana in seguito alla vicenda degli errori nei dati che hanno costretto la Lombardia a rimanere in zona rossa per una settimana. Negli ultimi giorni Fontana ha detto più volte che l’algoritmo per il calcolo dell’indice Rt è “malfunzionante”.
Un’accusa ribadita anche durante il Consiglio regionale che si è tenuto martedì mattina. «Non è corretto che il destino di una regione possa essere legato ad un indicatore esile come Rt», ha spiegato Fontana «Non è possibile che i destini di milioni di persone siano affidati a dati esili, convenzionali e facoltativi. È impensabile che la compilazione di campi indicati da ISS come facoltativi determini la collocazione di una Regione in zona rossa».
Il problema in Lombardia è stato causato non dall’indice Rt in sé, indicatore che viene utilizzato per tutte le regioni dall’inizio dell’epidemia, ma piuttosto dai dati trasmessi dai tecnici lombardi. Dopo le ricostruzioni fatte negli ultimi giorni è ormai evidente che al centro della vicenda ci sia la correzione approssimativa di una vecchia e ripetuta mancanza della Regione Lombardia nella trasmissione dei dati relativa allo stato clinico delle persone risultate positive al coronavirus, e un indice Rt sovrastimato per una settimana a causa di quella correzione.
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Le ricostruzioni sono state confermate nel comunicato stampa dell’Istituto superiore di sanità, che ha aggiunto due dati significativi per capire la scarsa qualità dei dati trasmessi da Regione Lombardia. «Le Regioni hanno completa autonomia nel caricamento di aggiornamenti e rettifiche senza alcun intervento o richiesta verso l’ISS che, laddove ne abbia evidenza o sospetto, può segnalare errori, incompletezze o incongruenze alle Regioni», si legge nel comunicato dell’Istituto superiore di sanità. «Si segnala, inoltre, che dal mese di maggio 2020 l’ISS ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima delle quali in data 7 gennaio 2021. La percentuale di casi incompleti per la sintomatologia (assenza di informazioni nel campo “stato clinico”) è pari al 50,3% a fronte del 2,5% del resto d’Italia nel periodo 13 dicembre 2020-13 gennaio 2021». Tra metà dicembre e metà gennaio, quindi, Regione Lombardia non ha trasmesso lo stato clinico di metà dei positivi.
L’ISS precisa che l’algoritmo per il calcolo dell’Rt non è esile, è basato su standard internazionali, è pubblico, è reperibile sul sito dell’ISS ed è stato illustrato a tutti i referenti regionali che hanno contestualmente ricevuto il software per la sua applicazione e l’eventuale verifica. «Il sistema è in uso da trentasei settimane e nessun’altra regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dei dati», si legge nel comunicato.
Nella risposta a Fontana, l’ISS ricostruisce la cronologia delle comunicazioni tra l’istituto e i tecnici di Regione Lombardia
Da maggio a gennaio – la Lombardia ha segnalato da maggio fino al 20 gennaio una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici. Inoltre nell’ultimo periodo ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato.
29 maggio 2020 – A partire dal 29 maggio la Regione Lombardia ha ricevuto settimanalmente il “Report di qualità e completezza dei dati” in cui è stata segnalata da ISS una anomalia relativa alla presenza di un numero elevato di casi incongruenti ovvero in cui era segnalata una data inizio sintomi ma erano dichiarati nello stato clinico come “asintomatici” o con presenza di una sola “guarigione” o “decesso”.
7 gennaio 2021 – Gli epidemiologi dell’ISS chiedono ai tecnici della Lombardia di verificare i loro dati segnalando l’anomalia rispetto a tutte le altre Regioni e chiedono di verificare la completezza dei campi relativi allo stato clinico. La richiesta è stata fatta in ragione del fatto che alle Regioni spetta il compito della verifica dei dati e la della loro congruità poiché sulla loro solidità si basa l’attendibilità della stima dell’Rt elaborata dall’ISS.
13 gennaio – Alla settimana del 13 gennaio viene attribuito alla Lombardia sulla base dei casi caricati un Rt di 1,4 che manda in zona rossa la Regione.
19 gennaio – Nel corso di una riunione tecnica richiesta dalla Regione Lombardia viene segnalata l’ipotesi che in particolare la mancata compilazione della voce relativa allo stato clinico potrebbe essere alla base della distorsione dell’Rt. Successivamente la Lombardia richiede all’Istituto “che venga eseguito un calcolo dell’indice Rt Sintomi recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti”.
20 gennaio – La Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento del suo database. In tale aggiornamento si è realizzata anche una rettifica dei dati pregressi. In particolare, è cambiato il numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, la compilazione del campo “stato clinico”. Complessivamente, questi cambiamenti hanno ridotto in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere classificati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici