I costi aggiuntivi sulle spedizioni dal Regno Unito
A causa dei nuovi accordi commerciali di Brexit, dal primo gennaio gli acquisti online tra Europa e Regno Unito possono avere costi inattesi anche molto onerosi per chi li riceve
Dal primo gennaio 2021 spedire pacchi dal Regno Unito all’Europa e viceversa costa più di prima a causa dei nuovi accordi commerciali previsti da Brexit. Per questo, a molte persone che hanno fatto ordini online nelle ultime settimane sta capitando di dover pagare al corriere somme non previste al momento dell’acquisto (quindi in aggiunta alle spese di spedizione dichiarate dagli e-commerce), in alcuni casi anche molto onerose.
Una persona che vive in Italia ha raccontato al Post di aver fatto un ordine su eBay da 200 sterline (225 euro) con un costo di spedizione di 80 sterline (90 euro) dal Regno Unito prima di Natale e di aver dovuto pagare altri 136 euro di tasse al corriere al momento della consegna a metà gennaio. Ellie Huddleston, di Londra, ha raccontato alla BBC di aver dovuto pagare 82 sterline aggiuntive per un cappotto da 200 sterline proveniente dall’Europa.
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Sebbene l’accordo di Brexit preveda che Unione Europea e Regno Unito continuino a scambiarsi merci senza l’imposizione di dazi e senza limiti sui beni, da gennaio sono comunque previsti controlli di frontiera, tasse e oneri amministrativi che possono trasformarsi in costi aggiuntivi che prima di Brexit non c’erano. Quando il Regno Unito faceva parte del mercato unico dell’Unione Europea, infatti, le merci potevano circolare liberamente senza tasse di importazione (esattamente come continua ad avvenire tra i paesi che ne fanno ancora parte).
Tutti i costi extra previsti dai nuovi accordi commerciali ricadono interamente su chi riceve la merce: infatti, anche volendo, al momento della spedizione l’azienda non può sapere quali tasse verranno addebitate all’acquirente (dipende dal tipo di prodotto, dal costo e dalla provenienza) e queste non possono essere pagate in anticipo, ma solo al momento della consegna. Le società di spedizioni si occupano di riscuotere le spese extra per conto delle autorità, spesso inviando la fattura via mail al destinatario del pacco poco prima della consegna.
In questo contesto, molte aziende si stanno chiedendo cosa fare con i costi aggiuntivi che dovrebbero pagare sui resi, cioè sui prodotti acquistati e poi rimandati indietro dai clienti insoddisfatti in cambio del rimborso. Adam Mansell, direttore della UK Fashion & Textile Association, ha detto a BBC che per i venditori è più economico rinunciare al valore della merce, anche abbandonandola o potenzialmente bruciandola, invece che importarla nuovamente.
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