Rebelo de Sousa è stato rieletto presidente del Portogallo
Con il 60,7 per cento dei voti, confermando l'anomala coesistenza di un presidente conservatore e di un governo di sinistra
Il candidato di centrodestra Marcelo Rebelo de Sousa è stato rieletto presidente del Portogallo con il 60,7 per cento dei voti alle elezioni di domenica. La vittoria è stata netta, ed era stata prevista dai sondaggi: dietro di lui Ana Gomes, candidata del partito socialista, si è fermata al 12,97 per cento dei voti. Nel paese si conferma una situazione anomala, con un presidente conservatore e un governo socialista, guidato dal primo ministro Antonio Costa.
Il leader del partito di estrema destra Chega, André Ventura, è arrivato terzo con l’11,9 per cento dei voti, un risultato che certifica la rapida crescita dell’estrema destra in Portogallo, dove fino a due anni fa il partito Chega (che significa “Basta”) non esisteva nemmeno. Allora il paese era visto come un’eccezione nella scena politica europea, proprio per la mancanza di partiti di estrema destra.
Il Portogallo è definito un sistema semi-presidenziale. Significa che il presidente portoghese non ha un ruolo prevalentemente cerimoniale come succede in molti sistemi politici europei, tra cui l’Italia: ha competenze su diversi temi, per esempio sulla sicurezza nazionale e sulla politica estera. Allo stesso tempo, non detiene tutti i poteri previsti da altri sistemi semi-presidenziali molto più forti, tra cui quello francese.
Rebelo de Sousa ha 72 anni, fa parte del Partito Social Democratico, liberale e conservatore, ed era stato eletto per la prima volta presidente della Repubblica nel 2016. Nelle ultime settimane aveva ricevuto diversi attacchi da parte dei suoi avversari per la gestione della pandemia e il suo consenso era in parte sceso (a dicembre i sondaggi lo davano al 68 per cento), pur rimanendo solido. Lui stesso ha ammesso il fallimento del paese nel prevedere la terza ondata e ha aperto alla possibilità che l’attuale lockdown venga prolungato fino a marzo.
Le elezioni sono state caratterizzate da un grande astensionismo: solo il 39,5 per cento degli aventi diritto è andato a votare, e in gran parte probabilmente a causa del coronavirus e della diffidenza verso gli affollamenti ai seggi. In Portogallo il sistema sanitario è in grave sofferenza: da inizio gennaio praticamente ogni giorno si registra un nuovo record di contagi, e i posti in terapia intensiva scarseggiano.
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