Per Attilio Fontana l’errore della Lombardia in zona rossa «probabilmente non è colpa di nessuno»
Ha detto che è stata la Regione ad aver “lanciato l'allarme” e che sarà la magistratura a dover accertare “se ci sono delle responsabilità”
Dal 17 gennaio scorso la Lombardia era stata inserita dal governo nella cosiddetta “zona rossa”, ovvero le aree in cui il rischio di diffusione del coronavirus è molto alto e dove sono necessarie importanti misure restrittive. Venerdì 22 gennaio però il ministero della Salute aveva comunicato che i dati forniti dalla Regione erano sbagliati e sabato il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva firmato un’ordinanza per riportare la Lombardia in “zona arancione” da domenica 24.
Sia il presidente della Regione, Attilio Fontana, che la vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti, hanno negato che i dati fossero sbagliati, ma la notizia è stata confermata in un lungo comunicato stampa diffuso dal ministero della Salute – che chiarisce l’errore – e dalle testimonianze raccolte dai giornali nelle strutture tecniche della Regione Lombardia.
In un’intervista alla trasmissione “Dentro i fatti” a Tgcom24, parlando delle polemiche emerse in seguito alla questione, Fontana ha detto che «questa situazione si è verificata soltanto perché noi abbiamo lanciato l’allarme. Nessun altro a Roma, né all’Istituto Superiore della Sanità, aveva evidenziato come i dati principali […] andavano in una direzione positiva e solo l’Rt andava in una posizione negativa», specificando che è stata la Lombardia ad aver fatto ricorso al TAR «perché eravamo convinti che quella classificazione fosse sbagliata» e ad aver «insistito affinché venissero affrontati tutti i problemi legati all’algoritmo».
Fontana ha detto: «Io non mi diverto a dire “è colpa dell’Istituto superiore”, “è colpa del ministero”, “è colpa della Regione Lombardia”: probabilmente non è colpa di nessuno» e ha poi aggiunto che «noi ci fidiamo di quello che decideranno a questo punto i giudici», che dovranno individuare «se ci sono delle responsabilità».
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