I dati sul coronavirus in Italia di sabato 23 gennaio
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 13.331 nuovi casi positivi da coronavirus e 488 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 23.789 (292 in meno di ieri), di cui 2.386 nei reparti di terapia intensiva (4 in meno di ieri) e 21.403 negli altri reparti (288 in meno di ieri). Sono stati analizzati 151.149 tamponi molecolari e 135.182 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,2 per cento, quella dei test antigenici dello 0,7 per cento. Nella giornata di venerdì i contagi registrati erano stati 13.633 e i morti 472.
Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (1.535), Emilia-Romagna (1.310), Lazio (1.297), Sicilia (1.158) e Campania (1.150).
• Da domani, domenica 24 febbraio, la Sardegna e la Lombardia passeranno in zona arancione, come stabilito da un’ordinanza firmata oggi dal ministro della Salute Roberto Speranza. La Sardegna era in zona gialla ma secondo gli ultimi dati è esposta a un rischio superiore rispetto all’ultima valutazione. La Lombardia si trovava invece in zona rossa ma per via di un errore nei dati trasmessi dalla Regione all’Istituto Superiore di Sanità, poi rettificato.
• Il ministero della Salute ha confermato che Calabria, Veneto ed Emilia-Romagna rimarranno in zona arancione dopo che era scaduta l’ordinanza che le riguardava.
• Saranno in zona gialla Toscana, Molise, Campania, Basilicata e la provincia autonoma di Trento.
• Il ministero della Salute ha comunicato che i dati sui contagi forniti il 20 gennaio dalla regione Lombardia erano sbagliati: la regione non sarebbe dovuta rientrare nella “zona rossa” ma in quella arancione. Per questo il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per riportarla da domenica in “zona arancione”, in cui le restrizioni sono meno stringenti. Sia il presidente della regione Attilio Fontana sia la vicepresidente Letizia Moratti hanno negato che i dati fossero sbagliati, ma la notizia è stata confermata in un lungo comunicato stampa diffuso dal ministero della Salute – che chiarisce l’errore – e dalle testimonianze raccolte dai giornali nelle strutture tecniche della regione Lombardia.