I dati della settimana sul coronavirus in Italia
I casi sono diminuiti, i decessi meno, e il Nord Est rimane l'area con i numeri peggiori
Questa settimana in Italia sono stati registrati 91.942 casi di contagio da coronavirus, il 21 per cento in meno rispetto ai precedenti sette giorni, e il dato più basso da fine ottobre.
I decessi legati alla COVID-19 negli ultimi sette giorni sono stati 3.354, il 6 per cento in meno rispetto alla settimana precedente, un dato in linea con l’ultimo mese.
La regione che nell’ultima settimana ha registrato il maggior numero di ingressi in terapia intensiva rapportati agli abitanti è stata la provincia di Trento, che ne ha avuti 22 su una popolazione di 538mila persone, seguita dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e dalla provincia di Bolzano. Tutto il Nord Est, in pratica.
In compenso, i ricoverati nelle terapie intensive diminuiscono quasi ovunque, rispetto a una settimana fa: specialmente in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Toscana. In Basilicata sono aumentati del 50% ma sono pochissimi (sono passati da 4 a 6) mentre in provincia di Bolzano sono aumentati del 21,7 per cento, nelle Marche del 9,2 per cento, in Sicilia del 7,8 per cento.
Il Veneto non è più la regione che registra più casi settimanali in numeri assoluti: al primo posto c’è di nuovo la Lombardia (12.171), seguita dalla Sicilia (10.973) e dall’Emilia-Romagna (9.492).
Questa settimana la provincia di Bolzano ha esattamente raddoppiato i casi scoperti rispetto ai sette giorni precedenti, passando da 1.472 a 2.941: un’incidenza settimanale pari a 554 casi ogni 100mila abitanti, di gran lunga la più alta in Italia. In tutte le altre regioni i casi scoperti sono diminuiti, tranne nella provincia di Trento, dove sono aumentati dell’1 per cento. La scorsa settimana, nella stessa mappa c’erano molti cerchi marroni.
I decessi rapportati alla popolazione negli ultimi sette giorni continuano a essere più alti in Friuli Venezia Giulia, dove sono stati 14,6 ogni 100mila abitanti: seguono Veneto (11,8), provincia di Trento (9,4) ed Emilia-Romagna (9,4).
Da questa settimana nei dati quotidiani della Protezione Civile sono distinti i tamponi molecolari da quelli rapidi antigenici, che ora concorrono in certi casi all’individuazione dei casi positivi. Per questo il tasso di positività dei tamponi complessivi non dice più molte cose, ed è preferibile distinguere quello dei tamponi molecolari da quelli rapidi. Il primo scende ormai da una ventina di giorni, ed è ora sotto al 10%; il secondo è disponibile da troppo poco tempo per fare considerazioni.
La provincia di Bolzano, per il forte aumento dei casi, risulta fuori scala per il grafico che aggrega l’incidenza del coronavirus sulla popolazione e la variazione settimanale dei casi scoperti. La Basilicata è sia la regione con la minore incidenza, sia quella con la diminuzione più netta dei casi; il Friuli Venezia Giulia è quella con l’incidenza più alta, e tra quelle in cui i casi scoperti sono rimasti più stabili.
Con gli ultimi dati la provincia di Bolzano è diventata quella con l’incidenza superiore tra la popolazione, seguita dalla provincia di Pordenone (798 casi nelle ultime due settimane ogni 100mila abitanti) e di Udine (745), entrambe in crescita rispetto a una settimana fa. La provincia di Rimini ne ha registrati 734, quella di Gorizia 647. Al Sud, le regioni al momento più colpite sono quelle siciliane, e in particolare quelle di Messina, Siracusa, Catania, Palermo e Trapani.
I dati sui tamponi sono aumentati nettamente perché sono ora conteggiati sia quelli molecolari sia quelli antigenici. I soli tamponi molecolari questa settimana sono stati 998.171, quelli antigenici 707.890.
In totale, al momento della pubblicazione di questo articolo, sono state somministrate 1.293.941 dosi di vaccino contro il coronavirus, circa 320mila in più rispetto alla settimana scorsa. Ma la campagna vaccinale questa settimana è stata fortemente rallentata dai ritardi nelle consegne da parte della casa farmaceutica Pfizer: ci si aspetta che tornino a regime a partire dalla prossima settimana.