I primi provvedimenti di Joe Biden presidente
Ha reintegrato gli Stati Uniti negli accordi sul clima di Parigi, ritirato l'uscita dall'OMS e fermato la costruzione del muro con il Messico, tra gli altri
A poche ore dal giuramento come presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha firmato 17 ordini esecutivi per smantellare alcune decisioni prese dalla precedente amministrazione di Donald Trump e per affrontare in modo più deciso l’emergenza causata dal coronavirus. Come ha spiegato ai giornalisti nello Studio Ovale, «non c’è miglior momento per iniziare che questo».
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In particolare, le decisioni di Biden rovesciano la politica ambientale e anti-immigrazione di Trump, affrontano la pandemia, sostengono l’economia indebolita dalla crisi e ripristinano la volontà dell’amministrazione di Barack Obama di promuovere la diversità all’interno del governo federale. La sua addetta stampa Jen Psaki ha spiegato che ogni giorno di gennaio sarà dedicato a un tema specifico, tra cui l’epidemia, la crisi economica, l’emergenza climatica e la sanità; da febbraio si occuperà di «riportare l’America nel suo posto nel mondo».
Sulla pandemia
Biden ha creato il ruolo del Coordinatore della risposta alla COVID-19, che riferirà direttamente a lui, organizzerà la produzione e distribuzione dei vaccini e coordinerà gli sforzi contro la pandemia. Ha affidato il compito al funzionario governativo e dirigente d’azienda Jeffrey D. Zients. Ha fermato il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), avviato da Trump lo scorso luglio, e scelto il dottor Anthony Fauci come capo della delegazione nazionale.
Sul clima
Biden ha iniziato il processo per reintegrare gli Stati Uniti negli accordi sul clima di Parigi, il più importante trattato degli ultimi anni per contrastare il riscaldamento globale riducendo sensibilmente le emissioni di anidride carbonica. Era stato sottoscritto nel dicembre 2015 dalla precedente amministrazione Obama e Trump aveva avviato la procedura per uscirne nel novembre del 2019. Il processo richiederà circa 30 giorni.
Ha anche fermato i lavori dell’oleodotto Keystone XL, che erano stati già bloccati dall’ex presidente Barack Obama e ripresi da Trump. Era un tratto dell’oleodotto Keystone che avrebbe dovuto attraversare Montana, South Dakota e Nebraska, e che era molto contestato dalle organizzazioni ambientaliste. Biden ha chiesto a diverse agenzie federali di riconsiderare e bloccare più di 100 decisioni prese da Trump in materia ambientale.
Sull’immigrazione
Ha rafforzato il cosiddetto DACA, il programma a favore degli immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini insieme ai propri genitori: era stato approvato da Barack Obama per proteggerli dalle espulsioni e per garantire loro la possibilità di ottenere permessi di lavoro, ma era stato fortemente intaccato da Trump. Ha cancellato il noto travel ban, le limitazioni alla concessione di visti per l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di alcuni paesi africani e a maggioranza musulmana, e ha chiesto al Dipartimento di Stato di proporre delle forme di risarcimento alle persone danneggiate dalle restrizioni. Ha anche fermato la costruzione del muro con il Messico, ritirando la dichiarazione dello stato di emergenza che ne consentiva il finanziamento.
Su uguaglianza e diversità
Biden ha revocato l’ordine esecutivo di Trump che limitava la possibilità delle agenzie federali, delle aziende che vi collaborano e di altre istituzioni di tenere corsi sulla diversità e sull’inclusione e ha chiesto la formazione di un’agenzia che si occupi di combattere il razzismo all’interno delle organizzazioni federali. Un altro ordine esecutivo rafforza una legge del 1964, che vietava al governo federale di discriminare le persone sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Sull’economia
Ha esteso una sospensione sugli sfratti in seguito alla crisi da coronavirus e ha sospeso anche il pagamento del debito universitario federale almeno fino a settembre 2021.
Sulla fiducia verso il governo
Biden ha stabilito delle regole etiche che dovranno seguire quelli che lavorano nella sua amministrazione, con l’obiettivo di «riguadagnare e conservare la fiducia nel governo».