Negli Stati Uniti la domanda di sperma è in aumento
La nuova flessibilità tra casa e lavoro ha spinto molte coppie e donne single a fare richiesta per la procreazione assistita, attraverso le banche del seme o donatori autonomi
Negli Stati Uniti una delle conseguenze della pandemia da coronavirus è una carenza di sperma nelle banche del seme, le strutture a cui ci si rivolge per la procreazione assistita. A causa delle restrizioni agli spostamenti e ai nuovi protocolli sanitari per la donazione, è diminuito il numero di donatori di sperma e al tempo stesso, almeno per alcune banche del seme, la domanda è aumentata. Lo ha raccontato in un articolo la giornalista del New York Times Nellie Bowles, che vorrebbe avere un bambino insieme alla sua compagna e anche per questo ha fatto molte ricerche sull’argomento.
La Seattle Sperm Bank, una delle più grandi banche del seme del paese, che ha sedi anche all’estero, ha battuto i suoi record di vendita per ogni mese da giugno, sia negli Stati Uniti che in Inghilterra, Australia e Canada. A oggi le vendite rispetto a un anno fa sono aumentate del 20 per cento, nonostante minori donazioni. Alla Fairfax Cryobank, un’altra grande banca del seme, sono molto aumentate le richieste di accesso al catalogo online. Secondo Michelle Ottey, direttrice operativa della Fairfax Cryobank, molte persone in questo periodo «si sono accorte che la loro vita e il loro lavoro possono essere più flessibili» e questa è una delle ragioni per cui stanno pensando di fare figli. Rebecca Silver, direttrice del marketing alla clinica per la fertilità Kindbody, specializzata nella fecondazione in vitro, ha detto a Bowles che il numero di pazienti della clinica è aumentato del 30 per cento rispetto al periodo precedente alla pandemia.
Come funzionano le donazioni di sperma negli Stati Uniti
Le banche del seme sono aziende che raccolgono e vendono sperma a coppie o persone che vogliono ricorrere alla procreazione assistita. Negli Stati Uniti possono farvi ricorso, oltre alle coppie eterosessuali con problemi di fertilità, anche le coppie omosessuali e le donne single. Le banche del seme consultate da Bowles dicono che solo il 20 per cento dei loro clienti sono coppie eterosessuali: per il 60 per cento sono donne omosessuali e per il restante 20 per cento donne single.
Il prezzo dello sperma è piuttosto alto: una fiala venduta da una delle banche del seme più rinomate, che dovrebbe contenere dai 10 ai 15 milioni di spermatozoi con buona motilità, può costare fino a 1.100 dollari, più di 900 euro. E dato che non tutti i tentativi di fecondazione vanno a buon fine e possono volerci mesi per arrivare a una gravidanza, è consigliato acquistare quattro o cinque fiale. Nel 2018 il giro d’affari delle banche del seme americane era di 4 miliardi di dollari.
Tecnicamente i donatori di sperma non ricevono compensi per le loro donazioni, ma di fatto sì, nella forma di rimborsi per il tempo impiegato per la donazione e per le spese di viaggio. Le banche del seme seguono le linee guida della American Society for Reproductive Medicine, una ong che si occupa di medicina riproduttiva, secondo cui bisogna assicurarsi che il compenso non sia la motivazione principale dietro una donazione di sperma.
Ci possono essere molte differenze comunque tra una banca del seme e l’altra perché non ci sono regole definite a livello nazionale riguardo a molti aspetti delle donazioni. Una regola piuttosto condivisa, anche se non obbligatoria, è che lo sperma di un singolo donatore non possa andare a più di 25 o 30 famiglie diverse (le donazioni avvengono nel corso di mesi, una o due volte a settimana), per evitare un’eccessiva diffusione dello stesso DNA. Vale inoltre per tutte le banche del seme che l’identità dei donatori sia tenuta nascosta alle persone che ne acquistano lo sperma, che però hanno accesso a molti altri dati personali, comprese loro fotografie da bambini e, in alcuni casi, da adulti. Nella maggior parte dei casi l’identità del donatore è rivelata alle persone nate grazie alla sua donazione quando queste diventano maggiorenni, se lo richiedono.
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Dato che esistono restrizioni sul numero di coppie o donne che possono ricevere lo sperma di uno specifico donatore, una donna o una coppia di donne che progetta di avere due figli utilizzando lo sperma di un unico uomo si trova a spendere, tutti insieme, circa 10mila dollari.
Un’altra caratteristica delle banche del seme americane è che spesso hanno sede vicino a importanti università, come Harvard, in Massachusetts, e Stanford, in California. Infatti chi acquista lo sperma può sceglierlo sulla base di varie caratteristiche dei donatori: oltre a quelle fisiche e sullo stato di salute, sono comprese anche quelle sul grado di istruzione, e lo sperma di uomini che sono stati ammessi nelle università più importanti è particolarmente ambito.
Come sono cambiate le cose con la pandemia
Ovviamente anche prima che si diffondesse il SARS-CoV-2 c’erano regole sanitarie precise per il funzionamento delle banche del seme. Tutto lo sperma viene tenuto in quarantena per sei mesi dopo la donazione e i donatori vengono sottoposti a vari esami del sangue. Con la pandemia sono arrivate nuove precauzioni, questa volta imposte dalla Food and Drug Administration, l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza di cibo e farmaci, che riguardano in gran parte la salute dei donatori: oggi in un’ora possono essere raccolte le donazioni di un numero minore di uomini per evitare assembramenti, vengono fatti controlli sulla temperatura e tutti indossano una mascherina, anche se i donatori possono togliersela al momento della donazione.
Nonostante le regole, molti donatori di sperma hanno smesso di frequentare le banche del seme per il timore di essere contagiati dal coronavirus. Le campagne per reclutarne di nuovi intanto erano state sospese e per alcune banche del seme non sono ancora ricominciate. In particolare la ricerca di donatori nei campus universitari è diventata impossibile dato che gli studenti non frequentano più i luoghi di aggregazione. Bowles ha parlato con alcuni reclutatori di donatori: una le ha detto di aver cominciato a pubblicizzare le donazioni di sperma lungo un percorso dove molti fanno jogging dato che le palestre ora sono chiuse.
Al tempo stesso per molte persone lo stare in casa per molto tempo e il generale rallentamento dei ritmi quotidiani dovuto alla pandemia sono diventati un incentivo per provare a diventare genitori. Così la richiesta di sperma è aumentata tantissimo. Angelo Allard della Seattle Sperm Bank ha raccontato a Bowles che una mattina ha aggiunto al catalogo online della banca del seme i dati di un donatore particolarmente attraente, con occhi azzurri e capelli neri, una combinazione di caratteristiche fisiche piuttosto rara: nel giro di tre ore e mezza tutte e 35 le fiale disponibili erano state vendute. «È stata una cosa senza precedenti», ha spiegato Allard.
Il successo dei donatori “autonomi”
Mentre tante coppie e tante donne si contendono lo sperma attualmente disponibile nelle banche del seme, tante altre cercano soluzioni alternative, o perché è diventato complicato ricorrere alle banche del seme, o perché non si possono permettere i loro servizi.
Le soluzioni alternative esistono e sono donatori di sperma che mettono a disposizione il proprio liquido seminale in modo autonomo e che usano molti strumenti digitali oggi disponibili per organizzare le donazioni. Spesso gestiscono le richieste attraverso gruppi su Facebook creati a questo scopo con migliaia di membri, e incontrano le donne e le coppie interessate in alloggi prenotati attraverso Airbnb. Ci sono anche app fatte apposta per trovare donatori, come Modamily e Just a Baby, e un sito, Known Donor Registry, per la donazione di sperma “tra privati” attraverso cui circa 50mila persone si mettono d’accordo autonomamente per donare e ricevere sperma con diversi gradi di coinvolgimento e anonimato.
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Per dare informazioni sulla qualità del proprio sperma ci sono economici strumenti di analisi come Dadi Kit e, per spedire lo sperma a chi ne ha fatto richiesta, servizi di spedizione appositi come Natal Donor. Alcuni test genetici economici di 23andMe o CircleDNA permettono di rilevare eventuali mutazioni genetiche con precisione simile a quella assicurata dalle banche del seme, un’altra garanzia per chi è interessata a ricevere una donazione.
Per le aspiranti madri fare ricorso ai donatori autonomi ha alcuni vantaggi: il primo è sicuramente quello economico, dato che la maggior parte dei donatori autonomi non vende il proprio sperma, ma lo dona effettivamente. Il secondo è il conoscere, nella maggior parte dei casi, l’identità del donatore. Fino a qualche anno fa questa disponibilità dei donatori volontari a far conoscere la propria identità poteva sembrare strana. Ultimamente però è cambiata la considerazione dell’anonimato garantito dalle banche del seme per via della grande diffusione dei test del DNA economici per trovare i propri parenti: dato che negli Stati Uniti moltissime persone li usano e il DNA tiene traccia di parentele anche lontane, è diventato molto semplice risalire al profilo dei propri genitori biologici se sconosciuti. Inoltre il valore dell’anonimato promesso dalle banche del seme era già stato messo in discussione dai vari casi in cui si è scoperto che molto dello sperma usato per le inseminazioni artificiali era di medici impiegati nelle cliniche per la fertilità.
Un altro vantaggio dei donatori autonomi, almeno per le donne e le coppie che vorrebbero ricorrere al loro sperma, è che non si pongono limiti riguardo al numero di donazioni che fanno, per quanto ognuno abbia i propri criteri per scegliere a chi fare una donazione: per alcuni parlare di persona con chi riceverà lo sperma è importante per farsi un’idea su come cresceranno i propri figli biologici. Ad alcuni donatori arrivano moltissime richieste: in particolare quelli che a giudicare dalle fotografie diffuse sui gruppi Facebook sono particolarmente attraenti.
La maggior parte dei donatori autonomi dice di essere disponibile a donazioni solo per inseminazione artificiale, mentre altri si dicono disponibili anche all’inseminazione naturale, cioè attraverso rapporti sessuali: uno svantaggio del ricorrere a donatori di sperma autonomi è che si può incappare in qualcuno poco interessato all’altruismo, che è entrato nel giro delle donazioni di sperma per una sua tendenza sessuale.
Per questo ovviamente è importante che le aspiranti madri facciano attenzione quando si rivolgono ai donatori. Known Donor Registry consiglia inoltre di consultare un avvocato prima di richiedere una donazione di sperma tra privati, per sapere bene a cosa si va incontro e alle leggi in merito alla paternità. Sono leggi che variano da stato a stato ed entrambe le parti coinvolte in una donazione di sperma autonoma corrono dei rischi legali: il donatore che gli venga poi chiesto del denaro per la crescita dei figli biologici; le coppie e le donne single che il donatore a cui si sono rivolte chieda la custodia dei figli.
Il fenomeno delle donazioni di sperma autonome comunque ha raggiunto una tale diffusione che esistono anche persone che usando i social network fanno divulgazione in materia: «influencer delle donazioni di sperma da persone note» le definisce Bowles nel suo articolo. Una di queste, la 27enne Kayla Ellis, usa TikTok per raccontare la sua esperienza: lei e sua moglie hanno trovato un donatore di sperma autonomo con Just a Baby nel 2019 dopo aver rinunciato a ricorrere alle banche del seme non potendoselo permettere. Oggi Ellis ha quasi 100mila follower su TikTok e lei e la moglie stanno aspettando il secondo figlio dallo stesso donatore di sperma. «Abbiamo speso 136 dollari per ciascuno dei nostri bambini», ha detto a Bowles.
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