I ritardi nelle consegne del vaccino Pfizer
Nelle prossime settimane ai paesi europei arriveranno meno dosi del previsto, per via di alcuni interventi per aumentare la produzione nello stabilimento belga della società farmaceutica
La società farmaceutica Pfizer ha detto che tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio consegnerà ai paesi europei meno dosi del vaccino che ha sviluppato insieme a BioNTech di quelle previste, perché ha programmato degli interventi nello stabilimento di Puurs, in Belgio, necessari ad aumentare la produzione per i prossimi mesi. Questo sta generando qualche agitazione tra i vari governi europei, compreso quello italiano, che sono impegnati nelle fasi iniziali delle campagne di vaccinazione: ma Pfizer e la Commissione Europea hanno assicurato che le consegne previste per il primo trimestre del 2021 saranno rispettate.
Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri ha detto che da lunedì Pfizer consegnerà circa il 29 per cento di vaccini in meno. Dato che attualmente sono previste 470mila dosi a settimana, si tratta di circa 136mila dosi in meno a settimana. «Non solo», ha aggiunto Arcuri: «Ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura». Secondo gli accordi presi, la consegna delle dosi del vaccino Pfizer nei centri sparsi sul territorio italiano è infatti gestita direttamente dalla casa farmaceutica, e non dal governo. Pfizer, dice Arcuri, dice che «non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura».
Arcuri ha minacciato generiche «azioni conseguenti in tutte le sedi», ma sono in questa situazione un po’ tutti i governi europei. I ministri della Salute di sei paesi scandinavi e baltici hanno chiesto che Pfizer spieghi meglio i motivi di questi ritardi, lamentandosi che possano scombinare i piani di vaccinazione e che diminuiscano la fiducia della popolazione nella campagna.
Pfizer ha fatto sapere che i ritardi dipendono da alcuni interventi strutturali nella fabbrica di Puurs, che serviranno ad aumentare la produzione nei prossimi mesi. Interventi che hanno richiesto più tempo del previsto per essere approvati. Secondo quanto riferito dall’Istituto di Salute Pubblica norvegese, il primo a dare notizia dei ritardi previsti nelle consegne, gli interventi serviranno ad aumentare le dosi di vaccino prodotte da Pfizer dagli 1,3 miliardi previsti nel 2021 a 2 miliardi.
Non è però ancora chiaro quando le consegne torneranno a regime. Ad alcuni governi Pfizer ha detto l’8 febbraio, dice Politico, mentre ad altri – come l’Italia – non ha fornito una data. Ma poi in un comunicato di venerdì Pfizer ha detto: «Torneremo al programma originale di spedizioni in Unione Europea a partire dal 25 gennaio, con le consegne che saranno aumentate a partire dal 15 febbraio».
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha cercato di rassicurare i governi dicendo che in una telefonata l’amministratore delegato di Pfizer le ha garantito che le consegne complessive previste per il primo trimestre del 2021 saranno rispettate.
Entro marzo, l’Italia dovrebbe ricevere quasi 9 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, l’unico attualmente disponibile in Europa insieme a quello di Moderna, le cui prime dosi sono arrivate in Italia proprio questa settimana. Non si sa ancora quando sarà autorizzato dalla Commissione europea il vaccino di AstraZeneca, quello di cui l’Unione europea ha ordinato più dosi, 16 milioni delle quali dovrebbero arrivare in Italia entro fine marzo.