Anche la Russia, dopo gli Stati Uniti, si ritirerà dal trattato sui Cieli Aperti
La Russia, tramite il suo ministero degli Esteri, ha annunciato che uscirà dal trattato sui Cieli Aperti, un accordo entrato in vigore nel 2002 a cui aderiscono 34 paesi, e che serve a garantire trasparenza sui voli di osservazione di intelligence. Gli Stati Uniti avevano annunciato il loro ritiro dal trattato a maggio del 2020, accusando la Russia di ripetute violazioni.
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Il ministero degli Esteri russo, con un comunicato, ha detto che il ritiro degli Stati Uniti ha «ribaltato significativamente l’equilibrio degli interessi degli stati firmatari», e che la proposta di Mosca di tenere vivo il trattato anche senza gli Stati Uniti è stata snobbata dagli altri paesi.
Il trattato sui Cieli Aperti è uno strumento introdotto per consentire un certo numero di voli non armati con cui i paesi membri possono raccogliere informazioni strategiche reciproche, per esempio su dispiegamenti di truppe e strutture militari, condotti anche con poco preavviso. Ne fanno parte, tra gli altri, Italia, Canada, Regno Unito e Francia. Lo scopo principale è di permettere in una certa misura queste ricognizioni aeree aumentando la trasparenza e la fiducia reciproca tra i paesi membri ed evitando così potenziali conflitti.
Quello annunciato oggi è un preavviso: servono sei mesi prima del ritiro ufficiale dal trattato, durante i quali la decisione può essere rivista. Gli Stati Uniti hanno completato il loro ritiro lo scorso novembre.