Chi era James Naismith, l’uomo che inventò il basket
Nel 1891 Naismith doveva solo pensare a un'attività fisica da far fare ai suoi studenti durante gli inverni del Massachusetts e creò uno sport ora popolarissimo in tutto il mondo
James Naismith è la persona che, alla fine dell’Ottocento, inventò il basket. Google lo ricorda con il doodle di oggi perché fu il 15 gennaio 1892 che le prime tredici regole del nuovo sport, uno dei pochi le cui origini conosciamo con precisione, furono pubblicate sul giornale universitario Triangle.
Naismith era un professore di educazione fisica di trent’anni che insegnava alla International YMCA Training School, un college privato cristiano che faceva parte della famosa organizzazione giovanile religiosa internazionale. Era nato in Canada, vicino a Ottawa, il 6 novembre 1861 e aveva studiato alla McGill University di Montréal prima di trasferirsi negli Stati Uniti per insegnare, nel 1890. Mentre lavorava nel college di Springfield, si ritrovò con il problema di dover trovare un gioco da far fare ai suoi studenti durante l’inverno, che in Massachusetts è particolarmente freddo, dunque al chiuso. A Naismith furono date due settimane per inventare un’attività che fosse una “distrazione atletica” per gli studenti: non doveva essere troppo provante – il suo scopo era solo mantenere i ragazzi in forma – e doveva svolgersi in uno spazio ridotto.
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Per trovare l’oggetto con cui giocare materialmente, Naismith pensò per prima cosa agli sport più diffusi tra quelli che si giocavano all’aperto, e scelse il pallone da calcio perché con la sua elasticità non correva il rischio di fare male agli studenti se usato al chiuso. L’ispirazione per quello che sarebbe poi diventato il basket gli arrivò invece da duck-on-a-rock, un gioco diffuso all’epoca tra i bambini che consisteva nel tirare delle pietre su un’altra pietra posta su un sasso o su un tronco, per farla cadere. Il pallone da calcio risolveva gli ovvi problemi legati al tirare le pietre, ma Naismith decise di perfezionare una serie di regole che riducessero al minimo i contatti fisici: mise il passare la palla da un giocatore all’altro al centro del gioco, impedendo ai giocatori di correre con la palla in mano.
Rimaneva il problema di cosa farci, con la palla: decise di usare come “bersagli” dei cesti da frutta, posizionati a circa tre metri di altezza per impedire che fossero difesi fisicamente dai giocatori. Lo scopo del gioco era far entrare la palla nel cesto, e per farlo l’unico metodo era fare dei tiri a palombella, dolci e precisi. L’altezza dipese anche da motivi più concreti: erano appesi a una balconata, che era posizionata a quella distanza dal pavimento. All’inizio, i cesti non erano bucati, e ogni volta che qualcuno faceva un canestro bisognava tirare fuori la palla con un bastone di legno. Sempre per via della consegna di limitare i contatti fisici, Naismith scelse di non consentire ai giocatori di dribblarsi tra di loro palleggiando (anche perché il pallone da calcio non rimbalzava abbastanza). Bisognava passarsi la palla, per raggiungere il canestro. Si poteva tenerla con sé mentre ci si spostava soltanto se nel momento della ricezione si stava correndo a velocità sostenuta: una cosa simile a quello che sarebbe poi diventato il terzo tempo, il movimento che si fa nel basket quando si fanno due passi tenendo la palla in mano, prima di un tiro vicino al canestro.
Naismith mise insieme tredici regole per il suo gioco, che oltre a proibire di colpire la palla con il pugno e a spiegare cosa fare quando usciva dal campo, prevedevano due tempi da quindici minuti. La prima partita si svolse, senza molti entusiasmi tra gli studenti, il 21 dicembre 1891 tra due squadre di nove giocatori. Finì 1 a 0, con l’unico canestro, il primo nella storia del basket, segnato da un ragazzo di nome William R. Chase. In quell’occasione, qualcuno mise insieme la parola “basket”, cesto, e “ball”, creando il nome dello sport.
Soprattutto grazie alla diffusione delle scuole della YMCA, il basket divenne popolare molto rapidamente in tutto il Nord America, prima nel nord est del continente e poi più lontano, e nel giro di due anni una scuola dell’organizzazione che aprì a Parigi costruì il primo campo appositamente pensato per lo sport. Con la Prima guerra mondiale, i soldati americani contribuirono a diffondere il basket in Europa. Nel giro di poco tempo cambiarono anche gli strumenti per giocarci, che a loro volta influenzarono le tecniche di gioco: i cesti diventarono in metallo nei primi anni Novanta dell’Ottocento, ma i primi canestri bucati – una grande rivoluzione nel gioco – non comparvero ancora per una decina d’anni, e furono approvati nel 1912. I giocatori per ogni squadra diventarono cinque nel 1897, mentre la prima palla disegnata apposta per il basket fu prodotta in una fabbrica di gomme per biciclette nel 1894. La società Spalding ideò il suo celebre modello poco dopo, progettandolo perché potesse – ancora in modo un po’ rudimentale – rimbalzare per terra. Questo portò alla concessione ai giocatori di usare un palleggio per spostarsi, e dopo anni di perfezionamenti e cambiamenti nel regolamento all’introduzione del moderno sistema per dribblare gli avversari facendo rimbalzare la palla per terra.
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Fin dagli anni Novanta dell’Ottocento, gli studenti dei college americani cominciarono a giocare a basket, facendo partite tra le squadre di università diverse. La prima lega professionistica fu fondata nel 1898, e consisteva di sei squadre. Fino agli anni Venti nacquero campionati diversi, che spesso chiudevano nel giro di qualche anno: nel 1925 però venne fondata la American Basket League, che rimase attiva per trent’anni e fu la cosa più simile all’attuale NBA, arrivando a coinvolgere decine di squadre della parte est degli Stati Uniti. Nel 1932 fu creata la FIBA, la federazione internazionale di pallacanestro attiva ancora oggi, mentre la NBA fu fondata nel 1946 con il nome di Basketball Association of America (BAA), assumendo il suo nome attuale tre anni dopo, in seguito alla fusione con la National Basketball League (NBL). Il basket si giocò alle Olimpiadi per la prima volta nel 1936 e lo stesso Naismith presenziò alla prima partita olimpica.