Il governo ha approvato il Recovery Fund
O meglio, ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che stabilisce come spendere i soldi del Recovery Fund, cioè 210 miliardi di euro
Nella notte tra martedì e mercoledì il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), quello che stabilisce come spendere i soldi che arriveranno all’Italia dall’Unione Europea con il programma Next Generation Eu, chiamato comunemente Recovery Fund. Le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, di Italia Viva, si sono astenute dalla votazione finale, aprendo a una possibile e annunciata crisi di governo.
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In totale, il Piano stanzierà fondi per circa 210 miliardi di euro. Di questi, 65,7 miliardi sono destinati a progetti che il governo definisce «già in essere», mentre i restanti 144,2 miliardi finanzieranno progetti nuovi. I 210 miliardi comprendono anche il Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, un fondo nazionale per le misure di sviluppo economico, che integra i fondi strutturali europei.
Il Piano è diviso in sei «missioni», che sono le aree tematiche per cui i fondi verranno concretamente spesi. Nel comunicato del Consiglio dei ministri i fondi sono così divisi:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 45,1 miliardi di euro;
- rivoluzione verde e transizione ecologica: 67,5 miliardi di euro;
- infrastrutture per una mobilità sostenibile: 32 miliardi di euro;
- istruzione e ricerca: 26,1 miliardi di euro;
- inclusione e coesione: 21,3 miliardi di euro;
- salute: 18 miliardi di euro.
Secondo il Corriere della Sera, per venire incontro alle numerose richieste di modifica emerse dopo la presentazione delle prime bozze del PNRR, ai 210 miliardi di euro previsti il governo ha aggiunto anche 13 miliardi del React Eu per l’emergenza COVID-19, 7 miliardi di fondi strutturali europei e 80 miliardi di risorse programmate per il 2021-2026, arrivando a un totale di 310 miliardi di euro.
I fondi aggiuntivi, che però non sono stati confermati dal governo, dovrebbero servire a integrare progetti nelle sei aree tematiche. Sempre secondo il Corriere, per esempio, nell’area “salute”, che inizialmente aveva generato proteste per i soli 9 miliardi di euro assegnati, si arriverà complessivamente a oltre 20 miliardi.