I nuovi colori delle regioni, da lunedì
Dall'11 gennaio Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Calabria e Sicilia saranno arancioni, il resto d'Italia sarà nell'area gialla
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che da lunedì 11 gennaio Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Veneto e Sicilia diventeranno “zona arancione” e dovranno pertanto rispettare le restrizioni stabilite dal decreto legge approvato lo scorso 3 dicembre. Il resto d’Italia tornerà invece in un regime di zona gialla “rafforzata” (le regole della zona gialla “rafforzata” sono qui) fino al 15 gennaio.
La decisione è stata presa utilizzando i criteri stabiliti dal nuovo decreto legge entrato in vigore lo scorso 6 gennaio per contrastare la diffusione del coronavirus, con cui erano stati stabiliti nuovi parametri per valutare l’andamento epidemiologico. Le nuove misure entreranno in vigore dopo il weekend del 9 e del 10 gennaio, in cui tutta l’Italia sarà in fascia arancione. Speranza ha detto che firmerà l’ordinanza questa sera.
Il nuovo decreto legge ha tra le altre cose ridefinito i criteri per determinare le fasce di rischio in cui inserire una regione, che sono più severi rispetto a quelli usati in precedenza. Lo schema di attribuzione dei colori si divide in tre macroaree: i livelli di rischio e gli scenari, già usati in precedenza, e l’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti, introdotto soltanto adesso.
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Nel monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui, nel periodo dal 15 al 28 dicembre 2020, l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (in un range 0,98 – 1,13), «in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra 1». Secondo i criteri usati dal ministero, quindi, ci sono 12 regioni e province autonome a rischio alto questa settimana, 8 a rischio moderato e solo una regione, la Toscana, a rischio basso.
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Nelle zone arancioni restano in vigore le regole generali come il coprifuoco dalle 22 alle 5, mentre dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune. Il decreto legge specifica che saranno comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con meno di 5mila abitanti, entro 30 chilometri dal confine del comune, ma mai verso un capoluogo di provincia.
In zona arancione non ci si può spostare tra comuni, se non per motivi di lavoro, salute, necessità, ma si può sempre – quindi anche spostandosi tra regioni – rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Quest’ultima è considerata il posto in cui si vive “con una certa continuità e stabilità”: quindi le persone che vivono abitualmente nella stessa casa possono ricongiungersi.