Trump contro Alipay e altre app cinesi per i pagamenti
Ne ha vietato l'utilizzo negli Stati Uniti, ma l'ordine esecutivo richiederà tempo e potrebbe essere rivisto dalla presidenza Biden
Il presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato martedì un ordine esecutivo per proibire pagamenti e transazioni attraverso otto applicazioni gestite da aziende cinesi. L’iniziativa riguarda alcuni dei sistemi più popolari come Alipay (gruppo Ant Group, affiliato con Alibaba) e WeChat Pay (Tencent) e rientra tra i provvedimenti decisi dal governo di Trump nell’ambito della cosiddetta “guerra commerciale” contro la Cina. L’ordine esecutivo avrà pieno effetto tra 45 giorni e ricadrà quindi sotto la presidenza di Joe Biden, che si insedierà il prossimo 20 gennaio: al momento non è chiaro se sarà mantenuto o rivisto dalla nuova amministrazione.
Come accaduto in passato con provvedimenti simili, nel nuovo ordine esecutivo le indicazioni sono piuttosto ampie e generiche: il testo indica che sarà vietata qualsiasi transazione effettuata “da persone che sviluppano o controllano” alcune delle app più famose e utilizzate in Cina per i pagamenti. Oltre ad Alipay e WeChat Pay, sono coinvolti i sistemi CamScanner, QQ Wallet, SHAREit, VMAte, WPS Office e Tencent QQ. I loro gestori sono accusati da Trump di avere utilizzato soluzioni per raccogliere grandi quantità di dati per avvantaggiarsi economicamente e strategicamente, mettendo a rischio la sicurezza nazionale statunitense.
È comunque probabile che gli effetti dell’ordine esecutivo siano limitati, perché la maggior parte degli utenti interessati hanno residenza in Cina. I servizi di Alipay di solito possono essere attivati solamente se si ha un conto corrente in una banca cinese e se si possiede un numero di cellulare emesso in Cina; vincoli simili sono previsti da altri gestori dei sistemi di pagamento coinvolti dalle nuove limitazioni. Potrebbero avere problemi soprattutto i cittadini cinesi che vivono negli Stati Uniti e mantengono rapporti economici con la Cina, per esempio per acquistare beni o inviare denaro.
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Nei prossimi 45 giorni, il dipartimento del Commercio statunitense avrà il compito di indicare i tipi di transazioni che dovranno essere vietati. L’ordine esecutivo contiene inoltre qualche altra indicazione per effettuare un’analisi di come le app cinesi per i pagamenti gestiscono i dati dei loro utenti e su quali politiche adottare per impedire il presunto trasferimento di dati.
Considerati i tempi, il compito di attuare pienamente l’ordine esecutivo spetterà alla nuova amministrazione Biden. Nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale per le presidenziali, Joe Biden aveva accennato alla volontà di rivedere le politiche commerciali con la Cina intervenendo sulle numerose limitazioni imposte da Trump nel proprio mandato. Non è però chiaro cosa ne sarà di questo nuovo ordine esecutivo, nell’ambito delle annunciate politiche di normalizzazione dei rapporti con il governo cinese.
In quattro anni da presidente, Trump ha emesso vari provvedimenti contro le aziende cinesi, imponendo anche dazi sull’importazione di particolari beni dalla Cina. In ambito tecnologico, la sua amministrazione ha per esempio emesso pesanti limitazioni contro Huawei, società cinese tra i più grandi produttori di smartphone al mondo e di sistemi per la costruzione di reti cellulari.
Lo scorso autunno l’amministrazione Trump aveva inoltre emesso ordini esecutivi per mettere al bando TikTok e WeChat negli Stati Uniti. Entrambi i provvedimenti hanno portato a contenziosi legali e i due servizi continuano a essere normalmente disponibili per gli statunitensi. I ricorsi potrebbero interessare anche il nuovo ordine esecutivo, ritardandone l’entrata in vigore.