Oggi l’Italia torna in zona rossa per due giorni
Tutto quello che si può fare e non si può fare in Italia oggi e domani
Oggi, martedì 5 gennaio, e domani, giorno dell’Epifania, l’Italia tornerà in zona rossa. I giorni di zona rossa sono quelli con le misure più restrittive tra quelle decise dal governo con il decreto legge del 18 dicembre, che comunque permette una certa libertà di movimento anche in questi giorni grazie ad alcune deroghe. Il 6 gennaio sarà l’ultimo giorno di zona rossa nazionale previsto dal decreto di dicembre, ma lunedì è stato approvato un nuovo decreto che stabilisce nuove regole per i prossimi giorni e fino al 15 di gennaio, di cui abbiamo scritto più ampiamente qui.
Le restrizioni e le regole per contenere i contagi da coronavirus nel periodo delle feste sono il risultato di una sovrapposizione di DPCM e decreti legge, cosa che ha provocato una certa diffusa confusione. La differenza principale fra i giorni in cui l’Italia è in zona rossa rispetto a quelli in cui è in zona arancione è che nel primo caso sono vietati tutti gli spostamenti, sia dentro che fuori dal proprio comune. Tranne quelli per lavoro, salute o necessità, e tranne per quelli giustificati dalla “deroga sulle visite”, quindi per andare in un’altra casa, rispettando alcuni limiti. In tutti questi casi è necessaria l’autocertificazione.
La “deroga sulle visite” prevede che ci si possa spostare una volta al giorno, dalle 5 alle 22, per fare una visita a una sola casa (di chiunque, amici o parenti) che si deve trovare nella propria regione. Questa deroga vale sia nei giorni rossi sia in quelli arancioni. In questo spostamento si può essere al massimo in due, eventualmente accompagnati da minori di 14 anni, persone disabili o non autosufficienti senza restrizioni di numero.
Anche nelle giornate rosse, poi, restano in vigore le regole generali, come il coprifuoco dalle 22 alle 5. Non ci si può spostare tra regioni, se non per motivi di lavoro, salute, necessità, ma si può sempre – quindi anche spostandosi tra regioni – rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Quest’ultima è considerata il posto in cui si vive “con una certa continuità e stabilità”: quindi le persone che vivono abitualmente nella stessa casa possono ricongiungersi.
Andare nei negozi è una giustificazione valida per spostarsi: rimarranno aperti quelli che vendono beni alimentari e di prima necessità, i supermercati, le farmacie e le parafarmacie, le edicole, le tabaccherie, le lavanderie, i barbieri e i parrucchieri.
È inoltre sempre consentito raggiungere le seconde case se si trovano nella propria regione, ma a un solo nucleo familiare, e solo dalle 5 alle 22. Si può sempre fare attività sportiva e motoria, individuale, all’aperto e rispettando le distanze. Le messe saranno celebrate. Bar e ristoranti sono chiusi per il consumo sul posto, ma possono effettuare servizio d’asporto, sempre consentito fino alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti di orario.
– Leggi anche: Perché le vaccinazioni vanno così a rilento